Terremoto, Fina (Pd): “L’Aquila non più di moda per circo Berlusconi”

michele_finaL’Aquila. “È sempre più faticoso il sentiero della ricostruzione de L’Aquila. È difficile continuare a testimoniare i tanti problemi irrisolti da parte di cittadini aquilani stremati da 20 mesi di precarietà totale. È, forse, sempre meno “di moda” il nostro racconto per i mezzi di comunicazione e per l’Italia”. È la denuncia di Michele Fina, segretario provinciale del Pd L’Aquila, che commenta lo scarso risalto mediatico per la manifestazione di ieri, dove pure 20mila cittadini sono scesi in piazza nonostante la pioggia. “C’era da aspettarselo” è l’opinione di Fina. “Il più grave danno perpetrato ai nostri danni è stata  la comunicazione da “Circo Barnum” da parte del Governo Berlusconi: la propaganda dell’idea che tutto fosse risolto. Restano invece del tutto irrisolti i problemi principali della ricostruzione, mancano strumenti legislativi e risorse. In questo contesto viene a mancare un Governo che governi e viviamo già da qualche tempo un nefasto clima elettorale. La situazione peggiore per le scelte coraggiose di cui anche L’Aquila avrebbe bisogno, a partire dal richiamo della solidarietà nazionale sulla necessità vitale di una tassa di scopo”.

In merito, invece, all’assenza alla manifestazione dei rappresentanti istituzionali e politici della destra locale e nazionale, il politico commenta: “ieri hanno sfilato tante migliaia di cittadini senza fede politica che si sono sentiti etichettati solo perché manifestavano il loro insopportabile disagio. Invece non lo sono affatto e sottolineo la significativa unità e comune consapevolezza del Consiglio comunale del capoluogo d’Abruzzo. L’Aquila non merita di essere vittima, oltreché del terremoto, anche di una politica cinica attenta solo agli interessi di bottega. Faccio quindi appello al senso di responsabilità e all’amore per il nostro Paese perché tutti sostengano e sottoscrivano la legge di iniziativa popolare nata dal lavoro dei comitati cittadini. Una proposta di legge che non può e non deve perdersi nei cassetti nascosti del Parlamento”.

 

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