L’Aquila. Esattamente una settimana il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi scriveva una lunga lettera al sindaco de L’Aquila Massimo Cialente, da poco dimessosi dalla carica di vice commissario vicario per la Ricostruzione posto terremoto. Oggi, a distanza di sette giorni appunto, il primo cittadino aquilano risponde al premier utilizzando lo stesso strumento.
”Mi permetto anzitutto di sgombrare il campo da qualsiasi equivoco” scrive Cialente. “In questi lunghissimi e terribili mesi non c’è stato un momento nel quale io abbia anteposto qualsiasi logica di appartenenza politica o ideologica, o di ricerca di mia stupida visibilità personale, nei confronti del Governo, della Protezione civile, di altre istituzioni o di qualsiasi forza politica. Le mie dimissioni non sono dovute certo alla persona di Antonio Cicchetti, aquilano che conosco da anni, né perché io mi potessi sentire sminuito in chissà quale ruolo, nel vedermi affiancato nella struttura commissariale; le mie dimissioni sono un segnale di allarme, per una situazione che, insisto, vedo molto confusa”.
Cialente ricorda al premier che ”abbiamo avuto una prima fase nella quale si è lavorato molto e che si è conclusa il 29 gennaio, quando, alla sua presenza, ci fu il passaggio delle consegne. Proprio alla luce della mia esperienza nella Dicomac, compresi ben presto che avevamo bisogno di alcune figure tecniche e, d’accordo con il Commissario Gianni Chiodi, chiesi al capo Dipartimento di Protezione civile Guido Bertolaso e al suo vice Franco Gabrielli, di sostenerci in una fase di transizione. Questo le dimostra l’assoluta assenza, da parte mia, di retropensieri, circa ruoli o rischi di diminutio, ma la mia ferma volontà di perseguire esclusivamente obiettivi utili al cratere. Purtroppo, non so perché questa mia richiesta non ha avuto seguito e la situazione si è sempre più andata aggravando”.
Nella lettera, Cialente si sofferma anche sui ritardi nella firma dell’ordinanza per le abitazioni in categoria E, sulla carenza di risorse umane al Provveditorato alle Opere Pubbliche, soggetto attuatore della ricostruzione, e sul chiarimento circa la natura, indennizzo o contributo, del finanziamento che ”si va chiarendo solo in questi giorni, grazie all’impegno dell’onorevole Gianni Letta, generoso ed attento alle problematiche aquilane”.
Il sindaco, inoltre, rileva che i suddetti ritardi comportano che ”ogni mese si spendano milioni di euro (solo nel mese di maggio 10 milioni e mezzo) per il contributo di autonoma sistemazione, più altri milioni per gli alberghi. Ecco allora che il problema non è quello di avere un altro vice Commissario, fra l’altro privo di specifica delega, ma quello di cambiare il modo di affrontare questa situazione”. Cialente torna, quindi, sull’emergenza economica e sociale, ”che nasce dalla distruzione delle fabbriche, con conseguente perdita di posti di lavoro, e che credo sia in gran parte causa del crollo del Pil in Abruzzo e dell’impressionante aumento della disoccupazione e della cassa integrazione nell’area del cratere”.
Il primo cittadino ricorda al Premier ”la sera del 29 gennaio, quando lei diede un appuntamento a me, al Commissario Chiodi e agli altri sindaci del cratere, per la settimana successiva, allo scopo di confrontarci sull’emergenza economica e occupazionale. Da allora, caro Presidente, la situazione si è aggravata e quell’incontro è ancora più urgente. Il Comune dell’Aquila è pronto con le sue proposte, come tutti quelli del cratere, per fare questo incontro con lei e con i titolari dei competenti dicasteri, magari anche qui in città, dove ci piacerebbe che lei tornasse”.
Cialente, nel confermare ”tutto l’impegno, ormai ragione di vita, qualunque sarà il mio futuro ruolo, dentro o fuori le istituzioni”, esorta ad ”affrontare la ricostruzione di una città moderna con uno sforzo collettivo per un momento di orgoglio nazionale, nel quale questo Paese possa mostrare al mondo i suoi saperi, il suo saper fare, le proprie capacità tecnologiche, industriali che sempre riposano su secoli di storia e cultura”.