Lolli: ‘per Gran Sasso soltanto interventi compatibili’

L’Aquila. Il tema dello sviluppo sostenibile del Gran Sasso è stato al centro di un incontro che il vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, ha avuto con il direttore del Parco nazionale del Gran Sasso-Laga, Domenico Nicoletti, insieme con i capigruppo al Comune dell’Aquila del Pd e Prc e con i rappresentanti di alcune associazioni ambientaliste da sempre impegnate nell’area del Gran Sasso, Stefano Allavena (LIPU), Mario Marano Viola (Mountain Wilderness), Stefano Orlandini (Salviamo l’Orso) e Bruno Petriccione (WWF, Touring Club Italiano).

“Ogni intervento sul Gran Sasso – ha detto Giovanni Lolli – deve essere coerente con il Piano del Parco e con le previsioni del Piano d’Area”. In questo senso, si è convenuto nel corso della riunione, che sono da considerare compatibili interventi di ripristino ambientale con opere di rimboschimento e rinaturalizzazione, promozione di un turismo pluristagionale e integrato, tutela del territorio anche regolando le vie di accesso a Campo Imperatore, valorizzazione della rete sentieristica e dei rifugi con risorse regionali, sviluppo del Distretto turistico montano del Gran Sasso con i suoi Borghi, rilancio dell’economia turistica locale dei piccoli Comuni del cratere sismico, interventi sull’impiantistica sportiva soggetti alle Valutazioni autorizzative e adeguati alle previsioni normative vista la criticità sull’ammodernamento delle Fontari.

Sul fronte amministrativo, dopo 16 anni di attesa il Parco nazionale del Gran Sasso si appresta ad approvare il Piano del Parco, una sorta di piano regolatore che disciplina e delinea le linee di sviluppo dell’area del parco. Da qui la necessità di una generale condivisione nell’assunzione di importanti decisioni legate allo sviluppo dell’area stessa.

Inoltre, il Gran Sasso e l’intero sistema naturalistico abruzzese che fa riferimento ai tre parchi nazionali si candidano a diventare “Patrimonio culturale e naturale dell’Unesco”, per acquisire uno straordinario valore attrattivo in campo turistico. Da qui il rilancio in chiave nazionale della strategia Ape – Appennino Parco d’Europa – nella quale l’Abruzzo intende recitare un ruolo di primissimo piano.

 

Tutti i partecipanti all’incontro si sono trovati d’accordo sui seguenti interventi prioritari, da finanziare con urgenza utilizzando tutte le risorse messe a disposizione dalla Regione, dallo Stato e dall’Unione Europea:
1. Mantenimento degli attuali confini del Parco Nazionale del Gran Sasso e delle relative aree della Rete Natura2000 dell’Unione Europea (Zone di Protezione Speciale e Siti di Interesse Comunitario).
2. Ammodernamento delle strutture turistiche esistenti, attraverso il restauro e la loro rimessa in efficienza: realizzazione della nuova seggiovia delle Fontari e di quelle previste a Monte Cristo, tutte sui tracciati preesistenti, restauro dell’Albergo e dell’Ostello di Campo Imperatore, sistemazione dei Rifugi del CAI e degli innumerevoli piccoli rifugi pastorali oggi per lo più in stato di degradazione ed abbandono.
3. Realizzazione di un grande percorso per lo sci di fondo e fondo-escursionismo centrato su Campo Imperatore, servito dagli impianti a fune esistenti e da quelli da ripristinare a Monte Cristo, nonché dai punti di ristoro e sosta offerti dai predetti rifugi pastorali (es.: traversata Assergi – Campo Imperatore – Piano di Voltigno).
4. Realizzazione, sistemazione e valorizzazione di una moderna ed articolata rete di sentieri per escursioni giornaliere e trekking di lunga durata.
5. Estesi interventi di rinaturalizzazione del territorio, con relativo aumento della qualità ambientale, del valore dei servizi forniti dall’ecosistema e dell’occupazione locale: smantellamento e rinaturalizzazione completa di tutti gli impianti sciistici obsoleti o inattivi, chiusura al traffico privato e rinaturalizzazione della viabilità minore (S.S. n. 17 bis di Campo Imperatore dal bivio per Fonte Vetica all’Albergo di Campo Imperatore, reticolo di strade sterrate su Campo Imperatore, etc.), rinaturalizzazione dei rimboschimenti a conifere, recupero ambientale delle aree degradate e denudate (es.: ruderi di Fossa di Paganica, cave).

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