L’Aquila, sala consiliare senza crocifisso: scoppia il caso

L’Aquila. Scoppia il caso del crocifisso nella sala consiliare del Comune dell’Aquila, inaugurata il 30 aprile 2013, dove il simbolo religioso non è stato mai esposto.

 

Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale una mozione del consigliere di Forza Italia Roberto Tinari è stata presentata e respinta. Scoppia la polemica con la reazione sdegnata del consigliere di opposizione e con il sindaco, Massimo Cialente, che parla di “ipocrisia e vergognosa strumentalizzazione”. Sulla base di una sentenza della Corte europea, Tinari chiedeva l’esposizione del crocifisso in aula.

 

 

Il Consiglio si è spaccato: con 9 voti a favore e 9 contrari la proposta di fatto non è passata anche se il “pareggio” consente al proponente di ripresentarla. “Avendo visto una certa riluttanza ad appendere il crocifisso in aula, ho deciso di presentare una mozione per smascherarli – spiega il consigliere azzurro -. Temono che qualcuno li osservi, non vogliono essere visti neanche da Gesù Cristo, sono capaci di tutto ma buoni a nulla!”. Cialente dice: “il Consiglio è sovrano, se in futuro la mozione passerà con i voti anche dei miei consiglieri il crocifisso si mette. Poi, però, mi aspetto comportamenti da cristiani”.

 

 

Sull’assenza del crocifisso dalla riapertura della nuova aula consiliare intitolata all’ex sindaco Tullio De Rubeis, sia pure in uno stabile (quello dell’ex complesso scolastico di Villa Gioia), diverso da quello originario di palazzo Margherita, il sindaco ammette di non sapere se si tratti di scelta o dimenticanza, ma ricorda che “in ossequio ad alcune sentenze, in nome della laicità delle sale comuni, nel rispetto di credi e religioni non viene messo”. “Io nella mia stanza ce l’ho, me lo ha ricordato mio nipote Lorenzo, ma ci passo 10 ore al giorno, nei corridoi e nelle aule pubbliche è un altro discorso”. Cialente non si scompone al voto favorevole alla mozione di alcuni suoi consiglieri di centrosinistra, Giuliano Di Nicola e Adriano Durante dell’Italia dei Valori ed Ermanno Giorgi di Centro democratico, “c’è libertà di coscienza assoluta su un tema come questo”. Il sindaco, poi, chiude il discorso criticando Tinari e gli altri consiglieri di centrodestra. “So di non essere un buon cristiano, ma cerco di applicare le regole della chiesa cattolica – premette -. Nei loro discorsi vedo invece una dose di ipocrisia e strumentalizzazione vergognosa. Se verrà messo il crocifisso, mi aspetto poi di non sentire più parole contro lo Ius soli, l’ospitalità agli extracomunitari e agli sfollati, le politiche dei poveri, come invece fatto qui dai consiglieri di Noi con Salvini”.

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