Fossacesia. “Fossacesia dice no alla tassa di soggiorno” – ad annunciarlo è il sindaco Enrico Di Giuseppantonio, convinto della poco opportunità, ad oggi, di applicare una tassa di soggiorno ai turisti che vengono a trascorrere le loro vacanze a Fossacesia, una delle località più gettonate della Costa dei Trabocchi.
“L’Amministrazione Comunale ritiene poco opportuno, ad oggi, introdurre qui a Fossacesia la tassa di soggiorno – dichiara il sindaco Enrico Di Giuseppantonio – anche se, a fronte dei continui tagli che i Comuni subiscono a causa dei mancati trasferimenti da parte di Stato e Regione, anche al nostro Ente farebbe comodo avere nelle proprie casse qualche soldo in più da utilizzare per i servizi, ma sono convinto che questo non sia il modo giusto per incentivare il turismo”.
Anche il vice sindaco Paolo Sisti ritiene: “che per incentivare il turismo, non si possa prima introdurre la tassa di soggiorno e poi, eventualmente, dare i servizi, ma sia necessario avviare un processo assolutamente opposto a questo”. “E’ impensabile dal mio punto di vista introdurre prima una tassa di soggiorno e poi realizzare dei servizi, dei quali al momento, tra l’altro non esiste neanche una reale programmazione – Di Giuseppantonio– Il nostro territorio ha la necessità prima di formulare una programmazione turistica fatta di servizi, di cultura dell’accoglienza, di itinerari che colleghino la costa con l’interno, di percorsi strutturati sul turismo religioso, di un piano di incentivazione per l’apertura di attività commerciali e altro che non sto qui ad elencare e solo dopo di questo si potrà pensare di introdurre una tassa di soggiorno”.
Fossacesia ogni anno regista un numero notevole di turisti, che vengono a trascorrere le proprie vacanze innanzitutto per il mare che da anni conquista il prestigioso sigillo della bandiera blu. Numerose sono le strutture ricettive presenti, in particolare b&b, e se l’Amministrazione Comunale decidesse di introdurre la tassa di soggiorno effettivamente nelle casse comunali entrerebbero un bel po’ di soldi. “Non escludiamo che un domani si possa decidere di introdurre la tassa di soggiorno, ma non con le condizioni che abbiamo adesso – concludono Di Giuseppantonio e Sisti – Già il nostro territorio fa molta fatica a far decollare il turismo, poiché a nostro avviso manca una cabina di regia che detti un programma coordinato di promozione turistica, se poi ci mettiamo ad introdurre una tassa che non corrisponde minimamente alle attese da parte dei turisti, l’unica cosa che rischiamo di ottenere è che chi ha deciso di venire a trascorrere da noi le sue vacanze, una volta giunto, decida di scappare a gambe levate e, ancor più dannoso, di non tornare più”.