Chieti. “In questi anni la nostra Città è stata depredata sotto tutti i punti di vista, e non è stata difesa da nessuno. L’immobilismo che ha contraddistinto l’amministrazione comunale degli ultimi due mandati ha causato infatti la perdita della sede della Banca d’Italia, del 123º reggimento fanteria, dell’ospedale militare, della sede regionale dell’Ex Arpa (ora Tua), dell’agenzia delle dogane e dei monopoli di Stato, della Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, oltre al depotenziamento della sede Regionale della Soprintendenza per i beni archeologici.
Come può Fabrizio Di Stefano, al cospetto di questo scenario così desolante, essere il sindaco di questa città ed anche solo concorrere ad esserlo, quando nei suoi anni di Senatore, Deputato, Consigliere Regionale e Comunale non ha fatto nulla per evitare il disastro attuale che è sotto gli occhi di tutti? Come possono i componenti delle ultime due giunte comunali, rieletti nelle liste dello stesso Di Stefano, rappresentare una soluzione alla condizione drammatica in cui versa la città, quando sono stati loro gli artefici di tutto questo?
Perchè sono stati dirottati 12 milioni di euro per il covid hospital di Pescara dall’attuale giunta regionale, a trazione del partito di Di Stefano, e Chieti ancora una volta è stata penalizzata con i suoi numerosi contenitori abbandonati e degradati – il San Camillo, il pediatrico, ed il SS. Annunziata?
Parimenti non è ancora stata trovata una soluzione definitiva, a tutela della città e dei suoi cittadini, per il DEA di secondo livello e per il distretto sanitario di Chieti Scalo, tutt’ora chiuso, entrambe questioni dipendenti dal partito del candidato Di Stefano.
Inoltre, quale credibilità può avere chi solo dal 30 dicembre 2019, e per mero opportunismo elettorale, ha trasferito la propria residenza da Tollo a Chieti?
Lo stesso centrodestra che lo ha imposto oggi non lo ha voluto alla regione un anno fa, ed anche tutte queste relazioni politiche sbandierate, propedeutiche a far pervenire fondi in città, perchè se reali, non gli hanno permesso la ricandidatura in Parlamento?
Anche i suoi veri concittadini, i Tollesi, non hanno un grande apprezzamento politico per Di Stefano, tanto che alle comunali del ’97 si è candidato e non è stato eletto da segretario provinciale in carica di Alleanza Nazionale.
Detto ciò, è il momento di dire ‘basta’ alle prese in giro!
Io non consentirò più a nessuno di fare in modo che la nostra Chieti regredisca: io non ho tessere di partito e non devo sottostare ad ordini provenienti dall’alto o da lontano, sono un uomo libero che vuole rilanciare Chieti e vuole solo ed esclusivamente il bene di Chieti.
Con l’aiuto di Voi, miei cari concittadini, riusciremo in questa impresa, per riportare la vita in città.”