“Adesso basta ognuno si assuma le proprie responsabilità”
Chieti. “Egregio Presidente, Le scrivo perché In questi lunghi mesi, i lavoratori della sanità privata,con messaggi sui quotidiani, diffide sindacali, hanno più volte sollecitato l’applicazione in via definitiva del nuovo contratto collettivo, siglato lo scorso ottobre,alla presenza del ministro Roberto Speranza, dall’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) e dall’Associazione religiosa istituti socio-sanitari (Aris), d’accordo con varie sigle sindacali, ma non hanno,purtroppo visto ancora la sua applicazione. Mi permetto di rivolgermi a Voi perchè il tema del CCNL, si sta svolgendo in tempi di pandemia e di emergenza sanitaria e voi siete i massimi responsabili istituzionali della Regione.
Un accordo che arriva con 14 anni di ritardo e in piena pandemia. L’obiettivo era la parità di diritti e di salario tra il settore pubblico e quello privato. L’ultimo contratto nazionale risaliva al periodo 2002-2005 e la parte relativa al trattamento economico ad ancora prima, 2002-2003. Il rinnovo prevedeva, per oltre 100mila lavoratrici e lavoratori, un aumento del 4,2% pari a circa 154 euro al mese e un una tantum da 1000 euro divisa in due tranche.
Nonostante ciò in Abruzzo non viene ancora riconosciuto ai dipendenti l’applicazione di quanto previsto, in altre parole gli arretrati degli aumenti delle mensilità da luglio ad ottobre e le trance riferite all’una tantum.
Per queste ragioni ed in considerazione delle tante sollecitazioni dei lavoratori,la decisione di inviarvi una lettera aperta, che si inoltra anche ai quotidiani, nella speranza che questo possa mettere in luce che non si tratta solo del centinaio di euro in più al mese, il problema è che sono 14 anni che si aspetta, nonostante vi sono impegni ufficiali a coprire, almeno in parte, il costo dell’aumento con apposito provvedimento di impegno di spesa ai fini dell’effettivo riconoscimento dell’importo corrispondente al 50% degli oneri sostenuti e che sebbene ciò, non si rispetta quanto sottoscritto!!!!!
Chi lavora in nome e per conto del servizio sanitario nazionale deve applicare i contratti nazionali e i loro rinnovi.
La domanda sorge spontanea: perché, se ci sono tutti gli elementi per raggiungere un accordo, ancora non si è trovata un’intesa? Dopo mesi, anni di incontri e di mediazioni, possibile che quello che blocca la conferma di un accordo già siglato sia la “mancanza di un provvedimento concreto”?
Non dimentichiamo che in mezzo a questo braccio di ferro ci sono i lavoratori, gli stessi che a marzo chiamavano eroi.
Tutti concordi senza differenziazioni “di colori” nell’affermare quel “ci ricorderemo di voi”, ripetuto in maniera continuativa dal Presidente del Consiglio e da tutte le forze politiche, a ogni buon conto in un momento così delicato per tutti noi e per il Paese Italia questi “capricci” hanno davvero un gusto amaro.
Vorrei tanto essere corretto da lei: gli accordi che le Regioni e il Ministero hanno assunto a livello economico, passano tutti attraverso il NOSTRO portafoglio in tema di contributo alla sanità, sbaglio? E io non posso assolutamente, non voglio assolutamente credere che non ne siate coscienti.
Forse credo vi è chiaro di chi e di cosa stiamo parlando, oltre alle belle parole servono azioni concrete, serve passare dalle parole ai fatti per garantire i diritti ma soprattutto la dignità dei lavoratori. Le chiedo di dare un deciso segnale per uscire da questa situazione stagnante, per dare un segnale serio di un cambio di passo, un cambio che porti la soluzione ad un problema che è ormai divenuto intollerabile. Attendo”. Si legge così in una lettera aperta del capogruppo dell’Udc al Comune di Chieti, Mario De Lio, indirizzata al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.