Chieti. “Leggerezze e offese? Invito il Sindaco Ferrara ad utilizzare con più attenzione la propria terminologia, visto che nella conferenza stampa di ieri ha rimarcato l’affissione dei manifesti che portano specificatamente la mia firma, definendoli appunto offese; se tali sono allora lo invito a denunciarmi.
Se invece sono semplicemente uno strumento politico per rendere noti due atti assolutamente inopportuni, mi chieda scusa e ritiri le delibere oggetto della mia critica. Torno a ribadire che il primo atto grida vendetta, in quanto è stato ampliato a dismisura lo staff, e con criteri assolutamente opinabili. Nel tanto vituperato Parlamento, vi è una norma che impedisce l’assunzione come staff (portaborse) di parenti fino al terzo grado. E che la cosa sia apparsa disdicevole persino al sindaco, è lampante, in quanto il cognato, nella delibera, risulta assunto in staff non da lui, ma dal vicesindaco. Inoltre, come presidente di commissione di garanzia e controllo, andremo a prendere visione anche dei curricula, per comprendere quale criterio meritocratico, se non la fiducia o la parentela, ci sia alla base di queste scelte.
Quanto all’aumento delle indennità, la pezza è persino peggiore dell’atto. La solidarietà, la si fa con le proprie risorse e non con quelle dell’ente pubblico, cioè dei cittadini.
Infine un’ultima chiosa: avete sbandierato ai quattro venti, che i conti del comune sono disastrati. E allora cosa fate? Con le prime delibere assumete decisioni che fanno aumentare a dismisura i costi di staff ed emolumenti di chi vi ha preceduto? Ritengo quindi che le vostre azioni non siano leggerezze e dunque le mie considerazioni non siano offese”. Così il senatore Fabrizio Di Stefano in merito alle affermazioni del Sindaco di Chieti Diego Ferrara.