Chieti. “Mauro Febbo è solo un traditore del centro destra che mistifica la realtà. L’anno scorso ha rischiato di far cadere la mia Amministrazione e quest’anno manda il centro destra al ballottaggio. Dovrebbe dimettersi da assessore, lui che fa accordi con il centro sinistra, piuttosto che continuare a percepire lo stipendio per una carica che può ricoprire solo grazie ai voti degli elettori del centro destra”. Così il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, in risposta alle dichiarazioni rilasciate dall’esponente politico regionale agli organi di stampa.
«Per chi non ricorda evidentemente come si fanno i conti negli Enti pubblici, o peggio persiste nel portare avanti una campagna elettorale di basso livello, torno a ribadire, come già abbondantemente chiarito, che non c’è alcun buco di bilancio, come qualcuno si ostina in malafede a definirlo.
A testimonianza del buon lavoro fatto dalla mia Amministrazione, anche nella gestione finanziaria, il buonissimo risultato degli assessori uscenti e della lista di Fratelli d’Italia, nonché, prova tecnica e terza, il parere favorevole del Collegio dei Revisori dei Conti sul bilancio consuntivo 2019.
Evidentemente fare l’assessore regionale grazie al centro destra e tradire il proprio elettorato a Chieti, ha impedito a Febbo, alleato del peggiore centro sinistra che la storia di Chieti abbia mai visto (mi riferisco ai componenti dell’Amministrazione Ricci), di accorgersi che in Italia, da marzo, insieme alla crisi sanitaria, vi è anche una crisi economica che sta colpendo famiglie, imprese ed Enti.
Ai Comuni italiani, a causa delle minori entrate provocate dal COVID, come certificato dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), mancano entrate per 20 miliardi di euro. Proprio per questo il Governo, non potendo finanziare gli Enti locali, ha deciso di sostenerli attraverso una anticipazione di liquidità per 6 miliardi di euro che dovrà essere restituita dai Comuni in 30 anni. Grazie all’adesione all’anticipazione di liquidità da parte del Consiglio Comunale – ricordo a Febbo che il suo alleato Marzoli si astenne dichiarando che avrebbe votato a favore ove avesse avuto “chiarezza sulla combinazione dei due criteri…relativi alla cronologia e consistenza delle fatture da pagare”, spiegazioni ovviamente date ma come sempre da lui non comprese, – il Comune di Chieti ha potuto far arrivare nelle casse delle società ed aziende fornitrici, in un momento di grandissima crisi economica, ben 14,5 milioni di euro, somma che andrà restituita a Cassa Depositi e Prestiti in 28 anni e ad un tasso assolutamente agevolato. Grazie alla nostra iniziativa, circa 120 aziende per oltre 460 fatture hanno evitato il fallimento a causa del COVID.
Ricordo al ragioniere Febbo che la Regione Abruzzo, anche su sua proposta e con il mio parere favorevole, ha tagliato fondi ai Comuni, che ci verranno restituiti nelle prossime programmazioni, così come hanno promesso, proprio per creare una anticipazione di liquidità sul bilancio regionale da destinare ad aziende in difficoltà.
La Giunta regionale si dota di una propria anticipazione di liquidità; il Governo la concede agli Enti locali, ma a Febbo non piace che il Comune di Chieti vi aderisca.
Mi chiedo, infatti, come mai ad essere attaccata dall’esponente di Forza Italia, alleato teatino della Sinistra, sia la sola mia Amministrazione? Come mai non ho letto un medesimo attacco nei confronti di altre amministrazioni che hanno aderito all’anticipazione di liquidità come ad esempio Pescara, il cui sindaco è di Forza Italia?
Come afferma Cassa Depositi e Prestiti, “è stato consentito agli enti di accelerare il pagamento verso i creditori a vantaggio del territorio”. La mia Amministrazione ha così anticipato il pagamento di oltre 460 fatture in favore di oltre 120 aziende e scegliendo di aderire alla seconda offerta di Cassa Deposito e Prestiti con pagamento a 30 anni, ha consentito all’amministrazione che mi subentrerà di non doversi trovare a restituire 6 milioni di euro entro il 31 dicembre in un momento in cui le casse comunali, a causa del COVID, soffrono ancora di più per le mancate entrate».