“La Regione è inerte, ma il San Camillo deve tornare attivo. Porteremo il caso in Commissione Vigilanza e Comitato Ristretto dei Sindaci”
Bisogna incardinare una strategia che smuova un’operazione di chiarezza da parte della Asl e della Regione, avverrà all’interno sicuramente della Commissione Vigilanza regionale che incontrerà il sindaco alla prima seduta utile, ma è necessario che venga ricostituito anche il Comitato ristretto dei Sindaci perché dopo tanti mesi di parole si passi ai fatti, che sono azioni a vantaggio della comunità, beneficiaria, fino ad oggi di iniziative ben confuse sull’ospedale. Ricordiamo che durante l’emergenza coronavirus il nosocomio era stato riconvertito in area di degenza Covid-19, con le Deliberazioni della ASL 2 Abruzzo del 12.3.2020, n. 260 e del 31 marzo 2020 n. 286. Il presidio è stato smantellato in 48 ore, con il trasferimento temporaneo delle attività ospedaliere in altri presidi sanitari definiti No-Covid19, unitamente allo spostamento delle attività distrettuali e di continuità assistenziale. Oggi siamo nel limbo, perché è riscoppiata l’emergenza e non si sa cosa fare di questo prezioso presidio, nonostante una programmazione esistente e condivisa con la comunità da due anni, parte della programmazione regionale sanitaria vigente, vale a dire quella prevista dalla Delibera di Giunta Regionale n. 824/2018 della precedente giunta regionale e recepita anche dal Consiglio Comunale di Atessa. La comunità che aspetta di sapere quando il Presidio Ospedaliero “San Camillo” di Atessa tornerà a regime, perché esiste il Covid, ma non si possono bloccare tutte le altre attività, perché questo crea liste di attesa assurde e una disparità di trattamento tra chi potrà permettersi di pagare le visite e chi invece e dovrà attendere le cure in attesa della riattivazione dei servizi. Un divario che l’Abruzzo non merita e che gli abruzzesi non possono più permettersi”.