Ortona. La sezione Destra Sociale Ortona sta seguendo il caso delle dipendenti ex lsu e appalti storici impiegate nelle scuole.
“Fino a febbraio i problemi c’erano ma erano relativi – si legge in una nota – da marzo sono iniziati i veri guai. Il 1 marzo 2014, grazie ad una gara Consip, le dipendenti sono passate alla ditta Coopservice Spa di Reggio Emilia. Contratti di lavoro di 35 ore settimanali ridotti a 7 ore settimanali…stipendi che già erano miseri ora sono diventati proprio da fame, anzi da vergogna per chi deve versarli. Fino all’ultima strategia optata dalla ditta che, fregandosene altamente del contratto che parla specificatamente di Chieti e provincia come luogo di lavoro, fa arrivare telegrammi, quindi ordini di servizio, per andare a lavorare a L’aquila: 240 km al giorno, per 3 ore scarse di lavoro, senza rimborsi, senza trasferte e senza nulla. La situazione dei lavoratori Ex Lsu e appalti storici non è mai stata rosea, i primi tagli arrivarono con il Ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini e le lavoratrici si sono viste ridotte le ore di lavoro poco alla volta, donne che vanno avanti solo con questo lavoro, che hanno mariti disoccupati o in condizioni di precariato da svariati anni, che da sempre hanno dato l’anima per il loro lavoro, che si sono sempre adoperate per il bene della scuola e dei bambini che accudiscono con tutto il loro amore.Ora se sono fortunate percepiscono 400 euro al mese. Oltre al danno anche la beffa; infatti le dipendenti sono impegnate anche per fare sostituzioni, quindi ore extra, che non vengono assolutamente retribuite; sono tutte sottoposte ad uno stress mentale pazzesco..prima si vedono tolte le ore e vanno a lavorare per 1 ora e mezza al giorno; poi dal Governo arriva un ‘miracolo’ per cui le ore tolte vengono ridate sottoforma di manutenzione ed edilizia scolastica, ovvero da collaboratrici scolastiche diventano tutte pittrici, idrauliche, falegnami, muratori e quant’altro. Il progetto Scuole Belle l’hanno chiamato, ma nessuno mai si è interessato a vedere cosa c’è dietro questo progetto, e noi vogliamo far sapere in che condizioni si trovano queste lavoratrici e come vengono trattate da persone che addirittura si permettono di sbattere il telefono in faccia a chiunque cerchi anche un contatto minimo con loro. Si era detto che avrebbero rispettato il contratto di lavoro che le lavoratrici avevano con la ditta appaltatrice uscente ed invece non hanno rispettato assolutamente niente. Questa è la situazione di queste donne lavoratrici sfruttate al massimo perdendo la propria dignità”.
“A questo punto – conclude la nota – abbiamo deciso di rendere nota questa situazione, a breve contatteremo anche noi chi sta seguendo questa situazione e vi terremo informati. Questa è l’Italia di oggi questa è l’Italia del governo Renzi”.