Francavilla al Mare. “La sirena non e’ da abbattere, Luciani chieda scusa alla città . Tempo e soldi spesi inutilmente”. Lo afferma in una nota il capogruppo dei Democratici per Francavilla, Stefano Di Renzo.
“Apprendiamo dai tecnici di Ancona, incaricati dal Comune per la predisposizione di uno studio di vulnerabilità sismica del Palazzo Sirena – aggiunge Di Renzo – che lo stesso e’ ‘in buone condizioni’ e che per l’adeguamento sismico dell’edificio sono sufficienti euro 150 mila. A questo punto riteniamo che il sindaco Luciani debba chiedere scusa alla città per l’allarmismo creato in merito alla volontà di demolire un pezzo storico della città che secondo lui era pericolante. Ricordiamo che l’anno scorso le intenzioni e i proclami del sindaco avevano spaccato la città, erano state oggetto di nostre mozioni ed interrogazioni in consiglio, avevano indotto alla crezione di un comitato cittadino, sondaggi sulla stampa, manifesti e spese, decine di migliaia di euro, tra studi preliminari e perizie che altro non hanno detto se non quello che già si sapeva: il palazzo Sirena e’ un patrimonio da tutelare e salvaguardare e non da demolire per creare l’ennesima vuota piazza. Ricordiamo anche che il PD e il Comitato Risorgi Sirena produssero un progetto alternativo di recupero della struttura. In sintesi un bel polverone. Quindi, alla luce dello studio di vulnerabilità sismica, possiamo affermare che quanto sostenuto dal sindaco sin dall’inizio, ossia che per ristrutturare il palazzo fossero necessari oltre un milione di euro e che quindi il palazzo andava parzialmente demolito, era completamente errato”.
“Siamo intenzionati a produrre una interrogazione in Consiglio – conclude il capogruppo dei Demicratici per Francavilla – per sapere esattamente quante spese inutili sono state effettuate in studi di fattibilità e valuteremo se le stesse possano essere oggetto di esposto alla Corte dei Conti. Auspichiamo che si apra subito un tavolo di concertazione tra amministratori e città per decidere il futuro del Palazzo Sirena, per spendere senza ulteriori ritardi i fondi già in bilancio e riattivare quello che può essere ancora il simbolo della nostra città”.