Francavilla al Mare. “In questi giorni di inizio primavera, i tigli mostrano la folta vegetazione, come volessero esibire il proprio abito migliore che prelude alla profumatissima festa di giugno, quando i tigli vanno in fioritura. Ma tutto questo al sindaco Luciani non interessa, infatti, vani sono stati gli appelli di centinaia di cittadini che, anche a mezzo di varie associazioni, hanno fermamente richiesto allo stesso di bloccare questo incomprensibile progetto”.
Così in una nota Tiziano Sangiuliano, coordinatore cittadino di Sel di Francavilla al Mare.
“Tutti mobilitati contro – prosegue Sangiuliano – Lega Ambiente, Wwf, Italia Nostra, Buendìa, Sel, Uniti a Sinistra, alcuni consiglieri regionali, semplici cittadini ed in particolare il comitato nato contro il taglio dei tigli che ha raccolto più di mille firme in soli due giorni contro il taglio. Inoltre da diverse settimane, con presenziamenti lungo tutto il viale, lo stesso comitato ha messo in campo tutte le energie possibili, al limite delle possibilità di resistenza fisica, per opporsi allo scempio voluto da un sindaco con delirio di onnipotenza e da una giunta assolutamente insensibile al problema.
Aggiungo che, per procedere ai lavori di rifacimento dei marciapiedi, non era assolutamente necessario abbattere i tigli, ma bastava tagliare alcune radici sporgenti di poche piante, come fatto in altri comuni d’Italia. I tigli di viale Nettuno, decisamente in buona salute, non rappresentano soltanto un elemento di bellezza urbana ma sono soprattutto un patrimonio ambientale comune infatti costituiscono un polmone di ossigeno per tutti. Ma il sindaco Luciani, forte del suo ruolo di amministratore, come ‘Capitan Schettino’ che puntava verso gli scogli per dare prova di grande abilità, pensa di dare forza alle seghe, ignorando le urla di avvertimento degli inermi spettatori, per portare avanti la sua opera ‘faraonica’ che lo consegnerà alla memoria dei cittadini francavillesi”.
Così il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale, Camillo D’Alessandro: “Una strana alleanza trasversale si aggira per Francavilla a difesa dei Tigli, diventata l’ultima battaglia certificante l’esistenza in vita della politica. Non ho votato la risoluzione Paolini-Giuliante-Chiavaroli-Caramanico, quella dello strano inciucio – spiega D’Alessandro – semplicemente perché rappresenta un chiaro ‘vuoto pneumatico’, una finzione. Nella risoluzione si afferma che la Regione dovrebbe finanziare il Comune di Francavilla per interventi alternativi al taglio degli alberi. Bene. La risoluzione e’ stata approvata, ma nessun centesimo e’ stato stanziato. Inoltre – riprende il capogruppo del Pd – negli ultimi due consigli regionali ci sono state ben due variazioni di bilancio e ne’ il consigliere regionale Paolini, ne’ Caramanico, ne’ tantomeno nessuno dalla giunta ha presentato un emendamento per stanziare le famose risorse promesse nella interrogazione. Dunque quella risoluzione rappresentava una presa in giro innanzi tutto nei confronti di chi cedeva ad una soluzione alternativa, che chiaramente non esiste. Avevo chiesto – conclude D’Alessandro – prima della approvazione della risoluzione di audire il sindaco, ma non è stato concesso. Ciò significa che non volevano risolvere il problema o affrontarlo in tutti i suoi aspetti, ma tentare semplicemente una speculazione politica. Mai nella storia il consiglio regionale si è’ pronunciato su una scelta amministrativa di un Comune ledendo cosi la libertà e la autonomia di Consiglio Comunale e giunta. Il presidente del Consiglio Pagano, consentendo la discussione della risoluzione , ha creato un precedente clamoroso. Da oggi mi occuperò in Consiglio Regionale anche delle scelte del Comune di Giuliano Teatino dove Paolini e’ consigliere comunale”.
Così l’amministrazione comunale: “In Italia, i comitati hanno svolto una funzione importante per temi di grande interesse generale, quali l’acqua pubblica ad esempio, inducendo le istituzioni a tener conto del sentimento dei cittadini. Purtroppo anche in questo caso, salva tigli appunto, è avvenuta la francavillizzazione, ossia una versione tutta nostrana di un comitato che sarebbe più corretto definire comitato Scialuppa. Non parliamo ovviamente dei cittadini, degli attivisti e dei giovani ecologisti che rivendicano una loro idea sul problema irrisolto dei tigli di viale Nettuno, vittime inconsapevoli di personaggi in cerca di consenso, ma degli ispiratori, dei ‘conducenti’ che lo hanno trascinato nella demagogia più becera e offensiva. Con queste povere piante ignare, sistemate all’epoca in modo assolutamente inopportuno, motivo che ora ci costringe ad abbatterle politici del passato, del presente e dell’incerto futuro hanno costruito una scialuppa di salvataggio, navigando nel mare delle menzogne, del pressappochismo e del populismo per cercare di approdare alla certificazione dell’esistenza in vita, politica s’intende, o magari per la rielezione in istituzioni importanti. Proprio come succede a Roma in questi giorni, si pensa alla visibilità e alla sopravvivenza politica personale. Alcuni di coloro che manifestano al fianco del Comitato ‘Salva alberi’, sono stati artefici degli ultimi lavori eseguiti sui marciapiedi: ed ora, incredibilmente, protestano al fianco del Comitato. Uno con una mano regge il cartello vergogna e con l’altra ha votato il Resort. Un altro, lo stratega ambientalista, ha governato in passato non riuscendo a concretizzare azioni di governo che si ricordino. L’altro, il più grande collezionista di astensioni, colui che evita di prendere decisioni difficili e impopolari cerca di rilanciarsi in vista di futuri scenari politici. I cittadini sono altra cosa e hanno diritto a far sentire la propria voce così come noi abbiamo il dovere di ascoltare tutti salvo poi assumere le decisioni che riteniamo, in coscienza, essere le migliori. I politici ‘manifestatori’, al contrario, dovrebbero proporre soluzioni fattibili e magari finanziate con delibera nel caso in cui si parli di mozioni approvate dal Consiglio regionale. La Scialuppa di Tigli ritiene di rappresentare la città. Noi, cercando di fare tutto il possibile tutti i giorni, riteniamo di avere un grande sostegno da parte dei cittadini che ci incoraggiano ad andare avanti e realizzare il programma per il quale ci hanno scelto per amministrare la città. Non è una prova di forza, dunque, ma la necessità di assumere le decisioni che nessuno ha voluto prendere in passato in nome della conservazione del consenso. Il porto o il resort non ebbero l’approvazione dei cittadini. Ancora oggi coloro che allora decisero queste opere controverse le rivendicano come scelte giuste. Si potrebbe parlare anche del palazzo Sirena, progettato male e adoperato peggio. Ora c’è un comitato anche per questo composto anche da chi non ha saputo cosa farsene della Sirena per anni. Le regole democratiche hanno lasciato che i cittadini scegliessero le amministrazioni comunali che si sono succedute e che hanno operato secondo la loro coscienza. Sono loro a giudicare di volta in volta. Quasi due anni fa – conclude la nota dell’amministrazione comunale – hanno deciso che dovessimo essere noi a guidare la città e decideranno a fine mandato se saremo stati all’altezza del compito. E’ facile bloccare, interrompere, ostruire. Ma noi continuiamo a lavorare con rinnovato impegno, con il senso di responsabilità che il momento di grande difficoltà ci impone”.