Chieti. Il consigliere provinciale Palmerino Fagnilli chiede alla Provincia di Chieti chiarimenti riguardo alla “Selezione pubblica per prova orale e titoli, per la stipula di 10 contratti di lavoro a tempo determinato, per il profilo professionale di istruttore amministrativo -categoria C1-PO FES Abruzzo 2007/2013.
Nello specifico il consigliere richiede: “Se per la selezione dei candidati si sia ricorso ad una ‘procedura semplificata’, ossia valutazione di titoli ed esame dei candidati solo attraverso una prova orale. Se il punteggio attribuito era: 30 punti agli esami orali e 10 ai titoli. Se era ancora valida la precedente graduatoria del 2008. Ossia se vi era stato un concorso nel 2008 con una graduatoria valida per tre anni e, quindi, se per un anno il personale della graduatoria 2008 era stato a casa e la stessa graduatoria era stata sospesa e riattivata il 31 dicembre 2010 con un contratto fino al 30 giugno 2011 e perciò prorogata fino al 31 dicembre 2012. Se, successivamente, dopo una breve interruzione, dal 14 luglio 2011 lo stesso personale, ad eccezione di qualche singolo caso, tornava a lavoro, tramite le Agenzie interinali, quindi, divenendo ‘somministrato’, con contratto fino al 31 dicembre 2011. Dunque, quale soluzione contrattuale è da preferire per la Provincia di Chieti se in questo caso si è fatto ricorso al concorso, in altri casi alla somministrazione con le Agenzie interinali, come ad esempio per l’Ufficio di staff del presidente e in altri casi ancora a ditte esterne, ad esempio per le strade provinciali nel piano neve e erba. Se, dopo altra interruzione, mese di gennaio a casa, quel personale tornava nuovamente a lavoro dal febbraio del 2012 fino al 6 luglio 2012 e, subito dopo, veniva bandito il concorso con procedura semplificata. Se non era da ritenere che i dipendenti già al servizio della Provincia, che ricoprivano quei posti e svolgevano quelle mansioni e che certo non mancavano di professionalità, per esperienza acquisita e per continuità lavorativa, non sarebbero potuti rimanere a lavoro e comunque nel caso del concorso non avrebbero dovuto avere un punteggio più adeguato. Ovvero se non era il caso che l’amministrazione soprassedesse a tale scelta, poiché il personale che era già in servizio aveva maturato una lunga esperienza, proveniva da una selezione pubblica e la Regione Abruzzo era in via di riformare l’intero settore. Se, partendo dalla considerazione che il tessuto economico sociale della Provincia di Chieti si trova in una situazione altamente precaria, sia per l’alto tasso di disoccupazione che per la crisi in generale, con la conseguenza che anche un posto di lavoro a tempo determinato è molto ambito, quali sono stati i motivi che hanno indotto l’amministrazione a ricorrere al concorso con la procedura ‘semplificata’. Se non era il caso di avvalersi per gli esami di un altro esperto al fine di fugare ogni dubbio circa il fatto che il presidente della Commissione e il dirigente del settore era la stessa persona e i concorrenti erano gli impiegati del proprio Ufficio. Se la circostanza che tra i partecipanti al concorso vi fossero impiegati, ovvero parenti di impiegati, non avrebbe reso necessario, anche sotto il profilo della opportunità, una modalità di concorso ‘non semplificata’ al fine di fugare ogni dubbio rendendo merito al merito. Se sfugge alla coscienza civile e politica cosa sta accadendo nella nostra provincia. La crisi economica si sta riflettendo negativamente anche sulla produzione industriale dei grandi gruppi internazionali. Un esempio è la Honda Italia che sta procedendo alla ‘sistemazione’ di esuberi pari a circa il 50% della forza lavoro, con riflessi anche più negativi sull’indotto di circa 20 aziende monoclienti. O la Sixty. Da qui la tragicità della situazione, che fa aumentare ulteriormente il popolo degli ultimi, nel quale sono da annoverare anche coloro che non arrivano finanziariamente alla seconda settimana del mese. Quindi – conclude Fagnilli – è chiaro l’effetto che suscita una selezione con le modalità descritte. Se è opportuno che ciò accadeva mentre si discuteva sul destino delle Provincie e l’attenzione era tutta tesa alle possibili soluzioni sul loro futuro e la Provincia di Chieti non avrebbe dovuto invece preoccuparsi di temi di visione che la Legge sembra disegnare, anziché procedere ad assunzioni senza prospettiva”.