Chieti. Nella seduta di ieri, il Consiglio Provinciale di Chieti ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dal consigliere dell’Idv, Palmerino Fagnilli, sulla difesa dell’identità e dell’autonomia della Banca Popolare di Lanciano e Sulmona.
“Suscitano ilarità le rassicurazioni dei vertici della BPER fatte al presidente della Provincia Di Giuseppantonio – afferma Palmerino Fagnilli – circa le sponsorizzazioni e il personale nel processo di fusione della BLS in BPER. È in gioco lo scrigno del territorio e lo sviluppo non si fa con le noccioline, ma con i soldi. E le banche sono negozi di soldi e non si può tranquillizzare l’opinione pubblica come se gli abruzzesi non sapessero cosa è accaduto alla Banca dell’Adriatico sotto di Intesa San Paolo. I torinesi amano fare le campagna pubblicitarie nazionali più che aiutare le attività sociali del territorio. Come se gli abruzzesi non sapessero del risparmio drenato della
CariChieti finito al nord Italia. Come se gli abruzzesi non conoscessero cosa dice il piano industriale BPER sul personale. La vicenda BLS-BPER deve muovere da un quadro di riferimento che a livello provinciale vede gli occupati che sono scesi, nel periodo 2008/2010, del 7,2% ( a fronte di una dato regionale del 4,6%9, il tasso di disoccupazione giovanile si attesta ad oltre il 30%, la CIG straordinaria risulta ancora in crescita in quanto il fenomeno di ristrutturazione , riconversioni e crisi industriale non si arresta e l’accesso al credito per le piccole e medie è diventato oltremodo difficoltoso con un monte crediti per le stesse addirittura negativo. In questo momento in Regione Abruzzo si sta soffrendo in modo terribile la mancanza di credito e la riduzione dei consumi e i problemi di liquidità, che i fatti drammatici sbattono sotto gli occhi di tutti. Nel 2011 in Abruzzo sono stati chiusi 30 attività artigianali e commerciali al giorno, sabato-domenica compresi, un dato impressionante in cui qui in Provincia di Chieti nessuno parla. Premesso quindi che nel momento di maggiore negatività dell’economia provinciale, rischiamo di perdere una delle banche del territorio che presidiano la Regione Abruzzo. Non si comprende come possa sparire all’improvviso la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona vero intermediario creditizio che ha saputo trarre vantaggio dal solido radicamento nella economia di riferimento, corrispondendo in modo adeguato alle esigenze delle imprese e delle famiglie nel corso di fasi congiunturali non favorevoli mediante l’offerta di credito celere ed articolato. Pertanto sembra illogico che venga fuso nella BPER un istituto di credito che presenta i più alti livelli di efficienza e produttività tra le banche che fanno parte della galassia BPER. La Banca Popolare di Lanciano vanta 78 sportelli e presidia non solo l’Abruzzo ed il Molise ma ha anche sportelli in provincia di foggia (2), Ascoli Piceno (3) e Macerata (2). la quota sportelli abruzzesi e pari all’8.79% del sistema con 628 dipendenti con età media 42 anni e 7 mesi (inferiore al sistema nazionale). La quota di mercato per la raccolta diretta (senza obbligazioni) si attesta al 7,51 per
l’Abruzzo ed al 5,12 per il Molise mentre la quota degli impieghi (prestiti) si adegua
all’8,19 in Abruzzo ed al 9,06% per il Molise: queste percentuali mettono in evidenza
la presenza attiva della banca in Abruzzo e Molise con quote di mercato altamente
significative e con investimenti diretti in particolare al segmento famiglie (retail).
Tali dati sono stati raggiunti grazie ad una elevata produttività del personale che è il
principale valore aggiunto dell’azienda, inoltre la posizione netta nell’interbancario è
positiva: cioè i rapporti di debito e di credito con altre istituzioni bancarie sono a suo
favore. Dalla bozza di bilancio 2011 la gestione ha registrato un utile di 17 milioni di euro dopo aver spesato imposte e tasse per circa 14 milioni di euro basta fare un confronto con l’altra banca del territorio per verificarne i livelli di efficienza. Inoltre bisogna tenere presente che la stessa possiede il 17% della Banca Serfina spa la cosiddetta banca degli artigiani. Qualcuno ha paventato con la fusione un drenaggio del risparmio locale al nord ma è passato inosservato che la Banca Popolare di Lanciano, come alcune altre banche del gruppo, è stata utilizzata per rafforzare il capitale sociale della BPER. Infatti a fine anno 2011 è stata lanciata una offerta pubblica di scambio tra azioni BPER ed azioni BPLS nel rapporto di una azione BPLS contro 1,76 azioni BPER: a seguito della chiusura dell’offerta la BPER detiene circa il 91% del capitale sociale della BPLS. Gli azionisti, peraltro la maggior parte cliente della banca, sinora non hanno avuto ritorni positivi dallo scambio in termini di quotazione di borsa tenuto conto dell’andamento di borsa del titolo BPER e considerato il valore di book delle azioni BPLS. La BLS si è rivelata lo scrigno del sistema bancario Adriatico e della galassia BPER. Per queste ragioni la fusione potrebbe sì essere contemplata, ma al contrario. La BLS potrebbe inglobare la galassia BPER. Oppure procedere alla costruzione del Polo bancario abruzzese. In tal senso e per queste ragioni il Consiglio Provinciale di Chieti ha deliberato all’unanimità la salvaguardia della BLS, affinché si fermi la fusione e si lasci l’identità della banca intatta, come peraltro fatta per altre società bancarie del gruppo. Il Consiglio – conclude Palmerino Fagnilli – ha impegnato anche il presidente a monitorare l’evoluzione della vicenda e riferire in Consiglio”.