Chieti. Alla scadenza dello scorso 31 marzo, il Collegio dei Revisori dei Conti, ha deciso di non apporre la propria sottoscrizione sul certificato relativo al Patto di Stabilità del Comune di Chieti precisando che “ad oggi non sussistono le condizioni per la sottoscrizione della stessa”.
Questa decisione è stata presa sulla base del fatto che gli impegni di spesa possono essere inferiori a quelli derivanti dalla contabilità dell’Ente per 142.095,86 euro da un semplice esame sommario e data la ristrettezza dei tempi; che tale risparmio di spesa può essere compensativo delle irregolarità contabili finora riscontrate a campione; che dalla chiusura della contabilità dell’Ente potranno emergere ulteriori economie ed oggi non determinabili; che le irregolarità riscontrate non sono ancora state determinate nel loro aumentare complessivo e che da un esame sommario risultano essere di gran lunga superiori rispetto a quelle riscontrate dall’esame del primo campione.
“Ieri mattina – ha spiegato il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio – ho riunito la giunta per discutere del Patto di Stabilità. Il 29 marzo 2012 chiede che ci sia la sottoscrizione della Corte dei Conti, quindi era stato chiesto ai Revisori di visionare il prospetto. Il collegio ritiene di fare una prima verifica della quale vengono fuori delle somme e che c’è stato un impegno che non è corretto. Era emerso che sono stati impegnato 40 mila euro in più di quanto era possibile, ma quella somma non è uscita dal Bilancio comunale. Da una verifica fatta viene fuori che ci sono 140 mila euro di economie in più rispetto al precedente. Quelle somme uscite fuori dai revisori, poi dai fatti non sono risultate. Da una verifica del Revisore si arriva ad una somma di 12 mila euro che secondo loro non è corretta e che secondo il Dirigente sarebbe già stata economizzata. Loro dicono che ci sono 190 mila euro da controllare, il nostro Dirigente dice che 178 mila erano già stati controllati. Hanno rilevato una discrepanza contabile che secondo loro era compensativa. Non hanno sottoscritto il certificato per una determinazione. L’anno scorso abbiamo ridotto la spesa. Io e la mia amministrazione stiamo pagando una cattiva amministrazione e la mancanza di volontà di pagare queste cattive abitudini. Tutto questo si può risolvere con un grosso amore per la città senza il quale fare il sindaco oggi non vale la pena. Il senso di responsabilità mi dice di salvare il salvabile. Oggi non mi sento di fare il sindaco nel modo in cui sognavo di farlo quando mi sono candidato due anni fa. Si deve cambiare perché non si può gestire come è stato gestito fino a ieri. Questo è il primo vero nostro obiettivo, a livello politico dobbiamo innanzitutto dire ai cittadini quello che non è possibile fare. Vogliamo chiedere al Ministero di dirci dove abbiamo sbagliato e vogliamo chiedere come con la mancata sottoscrizione si possa uscire dal Patto di Stabilità. Non è possibile mettere in ginocchio un’amministrazione, una città dicendo che non si è avuto il tempo di verificarla. Altra questione è quella di andare a lavorare sui residui attivi e passivi che noi abbiamo ereditato. Fino ad ora l’unico sindaco che ha preso in mano i residui è Di Primio. La situazione del Patto di Stabilità è risolvibile entro il 30 maggio, data entro la quale si deve consegnare il documento firmato”.
Francesco Rapino