Chieti. Si è svolta ieri pomeriggio a Pescara, negli Uffici del settore Ambiente della Regione la riunione in video conferenza con il Ministero dell’Ambiente per discutere dei risultati dello studio eseguito nel 2016 dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo-Molise.
I dati parlano di un significativo inquinamento da metalli pesanti, in particolare mercurio, cromo e piombo, riscontrato nei pesci catturati a valle della zona SIN di Bussi.
Il MoVimento 5 Stelle, da sempre sensibile alle questioni ambientali, ha partecipato alla riunione attraverso i portavoce Manuela D’Arcangelo ed Ottavio Argenio del Comune di Chieti e Massimiliano Di Pillo del Comune di Pescara.
All’esito dell’incontro queste sono le considerazioni dei tre Consiglieri comunali: “Dalla riunione è emerso chiaramente che Regione Abruzzo ha delle gravi responsabilità in ordine alla mancata comunicazione e diffusione dei risultati dello studio commissionato all’IZS. Pur essendo stata la Regione a richiedere lo studio all’Istituto Zooprofilattico e sebbene il documento sia stato prontamente trasmesso agli Uffici regionali, nessuna comunicazione è mai stata inoltrata ai Comuni che rappresentano i territori interessati dall’inquinamento. E non si tratta solo del Comune di Bussi. Il mercurio infatti è stato riscontrato anche nel territorio di Manoppello ed è logico presumere che, trattandosi di metalli pesanti che si depositano sui fondali, questi possano essere trasportati a valle dalle correnti del fiume, sino alla foce e poi in mare”.
Il MoVimento 5 Stelle ritiene che sia assolutamente necessario commissionare uno studio epidemiologico su tutta la vallata del Fiume Pescara, quantomeno a valle del sito di Bussi e fino alle popolazioni residenti sulla foce, affinché sia fatta chiarezza sull’incidenza dei metalli pesanti sulla salute delle persone.
I portavoce proseguono sostenendo come sia “altrettanto evidente che la Regione ed il Ministero dell’Ambiente debbano concertare un’azione rapida per le operazioni di caratterizzazione e la successiva bonifica che a questo punto non può riguardare solo il SIN ma tutta l’asta fluviale ed come sia altrettanto necessario individuare i responsabili dell’inquinamento affinché sia reso effettivo il principio “chi inquina paga”.
Nel contempo i Sindaci dei territori interessati, in virtù dei poteri loro attribuiti dovrebbero seguire il suggerimento dell’IZS ed emanare in via d’urgenza e sino all’intervento delle Autorità Sanitarie regionali, delle ordinanze che vietino quantomeno il prelievo di pesce a scopo alimentare su tutta l’asta fluviale a valle del SIN di Bussi sul Tirino.