Vasto. Così come accaduto in quasi tutte le più grandi città della regione Abruzzo, anche a Vasto, nel centrodestra, si è aperta la discussione circa l’indire o meno le primarie.
“Un dibattito sicuramente legittimo – commenta Etelwardo Sigismondi (Fratelli d’Italia-An) e Davide D’Alessandro (Noi con Salvini – Abruzzo) – che purtroppo è stato quasi sempre preludio di sonore sconfitte: L’Aquila e Pescara ne sono la riprova. Chi vuole insabbiare le possibilità di vittoria del centrodestra, così come di recente accaduto al Sindaco Di Primio (vincitore solo grazie alla sua determinazione, nella paludosa discussione tra “primarie sì” e “primarie no”), a Vasto rimarrà deluso. Questa volta non lasceremo spazio a chi potrebbe trovare giovamento, per la propria carriera politica, nel far rimanere la nostra città feudo del centrosinistra. Gli anni trascorsi tra i banchi dell’opposizione hanno già selezionato, cementificato e dato vita ad una classe dirigente pronta a guidare la città. Non c’è più tempo da perdere! La ricreazione, le pause di riflessione e i tentennamenti del centrodestra sono finiti. Bisogna iniziare da subito a dialogare con la città e mettere a punto un programma amministrativo, ambizioso e realizzabile, capace di disegnare lo sviluppo di Vasto dopo la devastante esperienza del centrosinistra. Al fine di semplificare il quadro, indichiamo nel Consigliere comunale Massimo Desiati, persona di comprovata esperienza amministrativa, il nostro candidato Sindaco. È su questo nome che cercheremo con tutte le nostre forze la convergenza di partiti, liste civiche, movimenti di centrodestra e di tutti coloro che vorranno aprire una nuova ed entusiasmante pagina di storia per la nostra città”.
“Ci auguriamo – concludono Sigismondi e D’Alessandro – che questa volta, nel centrodestra, prevalga il buonsenso, la voglia di vincere e non il solito carattere autolesionista. Noi al candidato Sindaco Massimo Desiati chiediamo di fare, di operare, di assicurare a Vasto una grande svolta, un cambiamento radicale, una rinascita collettiva”.