Chieti. L’adozione di una poltrona, di una sedia o di un pouf del Teatro Marrucino per sostenere, concretamente, la cultura teatina.
La lodevole iniziativa lanciata nei mesi scorsi da Confartigianato in collaborazione con il Teatro Marrucino è stata snobbata dai politici della città. Solo in pochi, infatti, hanno raccolto l’invito dell’associazione degli artigiani e dell’entourage del Marrucino. Non le manda a dire Daniele Giangiulli, direttore generale di Confartigianato Imprese Chieti.
“Tutti parlano sempre di quanto sia importante la cultura per il rilancio del capoluogo teatino. Ma poi, quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, gli scenari che si ripetono- afferma Giangiulli- sono sempre gli stessi e non si addicono ad una città dalla storia millenaria come Chieti”.
Un’amara constatazione che parte analizzando gli esiti dell’iniziativa “Adotta una poltrona” finalizzata alla riqualificazione delle quasi 300, tra poltrone, sedie e pouf, sistemate all’interno del Teatro Marrucino. Il contributo richiesto, peraltro, era minimo. Si parte da un minimo di 90 euro per il restyling di un pouf, per passare ai 180 euro necessari per far tornare a nuova vita una sedia, e finire con i 230 euro utili a rigenerare una poltrona.
“Peraltro le poltrone, le sedie e i pouf del Marrucino -spiega Giangiulli- necessitano di urgenti lavori di manutenzione mai effettuati finora. La Confartigianato e il cda del Marrucino hanno fatto la loro parte dando l’esempio. L’esatto contrario di ciò che ha fatto la classe politica locale”.
Questo perché pochi politici si sono mostrati sensibili al progetto promosso da Confartigianato e dai vertici del Marrucino.
“Coloro che hanno aderito si contano sul palmo di una mano. Eppure -lamenta Giangiulli- anche in queste settimane continuiamo a sentir parlare i candidati sindaco di quanto la cultura sia imprescindibile per restituire appeal alla città”.
Per questo Confartigianato è intenzionata a mettere gli aspiranti sindaco di fronte alle proprie responsabilità.
“Organizzeremo un forum con loro perché -dice Giangiulli- la città non ha bisogno di slogan ma di azioni concrete, a partire dalla cultura considerando, ad esempio, lo stato di abbandono in cui versa l’anfiteatro della Civitella. Confartigianato farà come sempre la sua parte ma occorre che la politica tracci le linee guida evitando di perdere altro tempo”.