Chieti. “Lo scorso 14 marzo ho partecipato al Forum professionale per imprenditori commerciali e turistici (“Parco della Costa Teatina, una scelta per il Turismo”) che si è tenuto al Palazzo d’Avalos di Vasto”.
Così in una nota Pietro Smargiassi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che aggiunge: “Un parco rappresenta un ottimo strumento per tutelare e conservare la biodiversità e gli equilibri naturali degli ecosistemi presenti sul territorio, nonché un’opportunità per sviluppare un’economia diversa e migliore rispetto a quella dominante, fatta di cementificazione, industrializzazione e sfruttamento selvaggio del territorio. C’è quindi la possibilità di rilanciare un’idea di turismo non solo legata ai mini-appartamenti lungo il litorale, ma piuttosto alla valorizzazione dei centri storici inclusi nel parco, con i benefici di una rinvigorita attività residenziale ed alberghiera. Si tratta di una possibilità in più anche per i nostri giovani, molti dei quali hanno oggi come unica prospettiva futura quella di lasciare l’Abruzzo. E’ importante remare tutti nella stessa direzione affinché il parco possa nascere sotto i migliori auspici e possa prosperare: la condivisione da parte di tutti gli attori coinvolti è fondamentale. Da 14 anni si parla del Parco della Costa Teatina: l’unico “obiettivo” raggiunto è una doppia sconfitta della politica, prima con la nomina del Commissario ad acta e poi con la delega integrale delle decisioni a quest’ultimo. Una delega che estromette la cittadinanza e i politici locali da ogni partecipazione attiva. Voci fuori dal coro rivendicano per questo un maggior coinvolgimento nella macchina istitutiva del Parco della Costa Teatina. Alcuni sindaci hanno protestato per certe scelte piovute dall’alto e incuranti delle istanze dei cittadini e delle associazioni di categoria. Voci che sono cariche di proposte costruttive e non soltanto di mero ostruzionismo. Proposte che potrebbero essere incluse nel regolamento del Parco che, paradossalmente, sarà scritto da un comitato formato da 4 sindaci e 4 tecnici, nominati dalla Regione solo dopo l’istituzione del Parco. Come si può affermare di essere favorevoli o contrari a qualcosa di cui non si sa nulla? Come si può imporre ai territori una decisione del genere e affermare che sanno solo lamentarsi e dire no? Considerato che tutti, ripeto tutti, vogliono l’istituzione del parco, chiediamo al Commissario maggiori informazioni sulla perimetrazione, sulla zonizzazione e sulle norme che regoleranno le attività produttive e la vita dei cittadini. Non siamo quelli che dicono sempre di no, siamo quelli che non vogliono dire di sì a scatola chiusa”.
“Vogliamo capire, ad esempio – conclude Smargiassi – cosa succede a un agricoltore che ha il suo terreno nella Zona A, quella definita ‘Riserva Integrale’, dove sembra saranno permessi solo interventi di ripristino ecologico. Oppure quali siano le reali possibilità per chi vuole aprire una piccola azienda nella Zona C, quella ‘Area di Protezione’ in cui sono permesse solo Attività agro pastorali. Paure, perplessità e ritrosie hanno ragion d’essere in situazioni ambigue e poco trasparenti, sono alimentate e motivate dalle imposizioni dall’alto che disdegnano il dialogo. E’ necessario un cambio di rotta del Commissario non solo nel merito delle decisioni, ma soprattutto nel metodo antidemocratico con cui pochi stanno decidendo per tutti”.