Pescara. La rissa furibonda di domenica sera a Rancitelli, terminata con un nigeriano 33enne in gravissime condizioni, fa scoppiare nuovamente la polemica sulla sicurezza della città di Pescara.
“Gli ultimi fatti accaduti impongono un maggiore controllo, anche nelle periferie e nella zona di Madonna del Fuoco dove sono avvenuti questi episodi, e soprattutto una stretta collaborazione fra il Comune di Pescara e le forze dell’ordine”: a parlare è il vice sindaco Antonio Blasili, che annuncia “per nostra volontà, fra qualche giorno incontreremo questore e prefetto per fare il punto della situazione”.
“Spero di parlare solo di episodi perché ciò significherebbe non alzare ulteriormente l’attenzione su un quartiere, quello di Rancitelli, dove ultimamente non c’erano stati particolari problemi di ordine pubblico”, prosegue Blasioli, “ma quanto accaduto ci impone riflessioni sulla nostra città che non può passare agli onori delle cronache per situazioni come questa”.
“Siamo una città turistica con un incremento di presenze passate da 158mila nel 2015 a 259mila nel 2017, con un 2018 che sta mantenendo le attese. Chi è venuto a Pescara – conclude il vice sindaco – ci ha riconosciuto una situazione di sicurezza in città anche nelle ultime grandi manifestazioni svolte”.
“L’ episodio è un chiaro esempio di come i cittadini Italiani siano ostaggio degli immigrati e delle assurde politiche attuate finora. – afferma invece in una nota Mirko Iacomelli, responsabile Pescarese di Casapound – l’immigrazione incontrollata degli ultimi anni ha contribuito ad aggravare la situazione in quartieri difficili che vivono già problemi sociali profondi come Rancitelli, generando una vera e propria bomba sociale ad olorogeria pronta ad esplodere. Episodi come questi ne sono il chiaro esempio, gruppi etnici distinti che non riescono a convivere e trasformano i nostri quartieri in zone di guerriglia, tutto ciò grazie ad una sinistra che per anni ha avallato e ignorato problematiche del genere.”
“Gli Italiani sono stanchi. – conclude Iacomelli – La soluzione puó essere solo una: l’espulsione dal suolo della nostra nazione di tutti coloro che non hanno diritto a risiedervi, e come CasaPound Italia proseguiremo la nostra battaglia politica affinché questo avvenga”.