Pescara. “La giunta Masci ha riservato alle famiglie pescaresi una sorpresa molto amara per l’avvio dell’anno scolastico: a partire dal mese di gennaio 2023 i pasti nelle mense delle scuole pubbliche pescaresi costeranno alle famiglie fino al 75 per cento di più rispetto allo scorso anno scolastico”.
A denunciarlo sono il capogruppo del Partito democratico in Consiglio Comunale Piero Giampietro e dai consiglieri Pd Stefania Catalano, Francesco Pagnanelli, Marco Presutti e Giovanni Di Iacovo e delle liste civiche di centrosinistra Marinella Sclocco e Mirko Frattarelli.
“Le linee guida della nuova gara d’appalto approvate dalla giunta Masci – denunciano i consiglieri di minoranza – non si limitano ad alzare il prezzo massimo di ogni singolo pasto, ma azzerano la compartecipazione del Comune per una larga fascia di bambini, con il risultato che per le famiglie pescaresi il costo schizzerà in alto ben più dell’inflazione”.
Secondo il conto dell’opposizione “a partire dal 1 gennaio, quando scadrà l’affidamento alla attuale concessionaria, la tariffa ridotta (applicata alle famiglie con Isee fra i 6 mila ed i 12 mila euro), passerà da 1,85 a 3,25 euro iva inclusa, mentre la tariffa piena (per tutte le famiglie con Isee superiore al 12 mila euro, che non è un Isee da ricchi) passerà da 3,71 euro a 6,48 euro, con un incremento del 75 per cento rispetto alla tariffa vigente. Facendo i conti su base mensile, per le tariffe ridotte si passa da 37 euro al mese a 65 euro, e per le tariffe piene da 74,2 a quasi 130 euro al mese per ogni bambino”.
“Un aumento sregolato”, commentano, “quasi dieci volte più alto della già altissima inflazione, perché se è vero che 6,48 euro è il prezzo massimo di ogni pasto così come previsto nella nuova gara d’appalto la cui valutazione inizierà il 20 settembre, la giunta Masci ha deciso di abolire la quota di compartecipazione con la quale il Comune interveniva per fissare un tetto del costo massimo a carico delle famiglie: nella attuale procedura infatti l’Amministrazione si faceva carico di una parte del prezzo di ogni pasto per evitare di scaricare tutto il costo sulle famiglie. Il lieve aumento della fascia Isee alle quali si applica la tariffa ridotta non cambia la sostanza: nell’anno scolastico 2021/2022 dei 3.442 iscritti alle mense comunali solo 530 erano completamente esenti, tutti gli altri pagavano la tariffa ridotta (320 bambini) o intera”.
“Il fatto poi che queste tariffe siano state previste prima dello scoppio della guerra in Ucraina e della conseguente iper-inflazione, fa presagire che le ditte che partecipano alla gara non potranno proporre ribassi considerevoli se non a spese della qualità del servizio o del lavoro. Una situazione che mette in difficoltà le famiglie pescaresi, chiamate come tutti ad affrontare il costo della vita”, affermano i consiglieri di centrosinistra, che chiedono ora alla giunta Masci di “fermare gli aumenti, che cadono in un momento delicato per ogni famiglia, e di reintrodurre la quota di compartecipazione da parte del Comune. A fronte dell’abolizione della compartecipazione comunale, la giunta avrebbe potuto immaginare di introdurre un nuovo scaglione, così da non penalizzare eccessivamente le famiglie medio-basse: dobbiamo considerare infatti che la refezione scolastica è un servizio per tutti i bambini delle scuole dell’infanzia (3-6 anni) e per migliaia di bambini delle scuole primarie e medie che hanno scelto il tempo pieno”.