Pescara. “Le operazioni dovevano iniziare nella serata di domenica, quindi se è vero che qualcuno ha violato la recinzione, è anche vero che la ditta ha subito provveduto a ripristinarla, in modo che l’area fosse in sicurezza”.
Così l’assessore al Demanio marittimo, Gianni Teodoro, ribatte alla accuse mosse da Armando Foschi (Pescara Mi Piace”, circa la mancata vigilanza del cantiere del ripascimento e la presunta presenza di decine di bagnanti, sabato, in un area giudicata con sabbia contaminata a Pescara Sud, peraltro coperta da divieto di balneazione.
“Le fotografie pubblicate sul cantiere del ripascimento si riferiscono a un momento in cui i lavori non erano ancora stati avviati, ma l’area di cantiere era già stata realizzata per consentirli”, precisa Teodoro, l’area è stata predisposta come previsto dal piano di sicurezza e coordinamento che accompagna ai lavori e che non è certo improvvisato, con una rete alta 1,5 metri che delimita lo spazio di azione, fino a raggiungere i pennelli che delimitano la vasca. L’impresa ogni giorno controlla che tale recinzione sia integra e non venga manomessa. Nella giornata di lunedì ha rinvenuto un taglio della rete che è stato prontamente ripristinato”.
Parla, poi, di “allarmismo è ingiustificato” in merito alle affermazioni circa la contaminazione dell’arenile: “I prelievi e le conseguenti analisi delle sabbie sono state eseguiti dall’Arta, che ha rilasciato un parere favorevole alle operazioni e poi li ha trasmessi alla Asl, che ha anch’essa dato parere favorevole e, come accade da sempre, ha prescritto un periodo in cui il sedimento deve stare a contatto con l’aria per più di tre giorni, in modo da poter essere idoneo completamente all’uso richiesto. Si tratta in ogni caso di procedure concordate con la Asl che è sì l’organismo tecnico e autorevole, a tutela della salute pubblica, almeno per quanto ci riguarda”.