Nonostante le quote rosa previste dal Rosatellum, nel Parlamento uscito dalle ultime elezioni, deputate e senatrici sono meno di un terzo, in leggera flessione rispetto alla precedente legislatura.
L’assegnazione dei seggi non è ancora del tutto definitiva, ma appare ormai chiaro che la percentuale di donne nel nuovo Parlamento sarà di parecchio inferiore al 40%, la soglia minima prevista dal Rosatellum per quanto riguarda la sola fase di candidatura.
Stando ai dati attuali, alla Camera le deputate sono circa il 30% del totale, percentuale che scende al 27% al Senato. Rispetto alla scorsa legislatura, il numero delle senatrici è rimasto di fatto immutato, mentre le deputate sono leggermente diminuite, a favore dei colleghi uomini.
Secondo alcuni commentatori, molte forze politiche avrebbero approfittato della possibilità offerta dalle candidature multiple, per aggirare di fatto l’obbligo dell’equilibrio di genere. Presentando la stessa candidata in cinque liste diverse, il limite massimo permesso, a livello puramente formale risulta che quella forza politica abbia cinque candidate in posizioni eleggibili, anche se in realtà è solo una.
Inoltre, anche la pratica di riservare agli uomini buona parte dei collegi uninominali blindati, dove l’elezione è quasi certa, ha contribuito ad allontanare ulteriormente l’obbiettivo dell’equilibrio di genere. Per quanto riguarda la rappresentanza femminile all’interno dei singoli schieramenti, ecco la situazione alla luce dei dati attualmente disponibili:
– M5s. Senato: 42 su 112 Camera: 82 su 222
– Centrodestra. Senato: 30 su 137 Camera: 67 su 260
– Centrosinistra. Senato: 13 su 59 Camera: 32 su 115
– Leu Senato: 1 su 4 Camera: 4 su 14