“Noi non ci arrendiamo”: il grido disperato degli agricoltori abruzzesi che continuano a protestare. Ignorati dall’Europa

Continua la marcia degli agricoltori a bordo dei trattori in protesta per le nuove politiche agricole europee. In Abruzzo la protesta si fa via via più veemente con i rappresentanti di categoria che chiedono alle istituzioni di essere ascoltati.

Non si parla d’altro in questi giorni, gli agricoltori sono in rivolta. Marciano in tutta Italia a bordo dei loro trattori e raccolgono consensi tra i cittadini sebbene la loro marcia abbia anche provocato qualche disagio. D’altronde, una vera protesta fa questo, mette in risalto ciò che non va e andrebbe cambiato, creando – in modo pacifico e civile – anche qualche problema in modo da non passare inascoltata.

protesta con trattori
abruzzo.cityrumors.it

Perché gli agricoltori stanno protestando? È la politica agricola europea ad aver trovato particolare dissenso tra chi la terra la vive tutti i giorni.  Ci sono vari punti del “patto verde” europeo che non convincono, con gli agricoltori che chiedono alle istituzioni di ascoltare la loro voce.

Agricoltori in protesta: “Noi non ci arrendiamo”

I punti fondamentali della protesta riguardano il contrasto alla concorrenza sleale, la diffusione dei cibi sintetici che metterebbe a repentaglio il lavoro degli agricoltori e il Green Deal. Quest’ultimo – il cosiddetto patto verde europeo – mira, tra le altre cose, a decarbonizzare il sistema energetico dei paesi dell’Unione europea, ma secondo gli agricoltori ponendo regole troppo stringenti e frutto di un ambientalismo estremista che danneggia produttori e consumatori.

agricoltore che lavora la terra
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Il portavoce degli agricoltori abruzzesi, Mimmo Roscioli, imprenditore agricolo di Bellante (TE), ha rilasciato un’intervista in cui delinea ciò che la sua categoria chiede alla politica: “Stiamo rivendicando i nostri diritti perché purtroppo oggi, con la nuova politica agricola europea, non ci sentiamo tutelati. Ci hanno abbandonato a noi stessi“.

Roscioli ha trent’anni, fa parte infatti della nuova generazione di agricoltori ed è coordinatore proprio del gruppo di manifestanti più giovani. Nelle sue parole, si può capire quanto la loro volontà sia quella di convincere i vertici nazionali ed europei a non cambiare le carte in tavola in modo troppo netto rispetto al passato: “Noi purtroppo viviamo in un mondo dove i nostri genitori hanno fatto tanti sacrifici per costruire aziende, dignità e purtroppo oggi l’Europa ci sta togliendo tutto“.

Gli agricoltori non si arrendono e vogliono risposte: “Considerate che siamo qui da circa cinque giorni in mezzo al freddo e al gelo, anche di notte. Noi non ci arrendiamo, siamo qui per difendere i nostri valori, le nostre tradizioni e la nostra cultura per raggiungere assieme il nostro obiettivo. Non molleremo, assolutamente. Vogliamo delle risposte chiare e concrete“.

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