Dal decreto Milleproroghe ai voti di Forza Italia, come cambia la situazione sull’annullamento delle multe ai no vax
Il dibattito politico sulle multe ai no vax si intreccia con nuove crepe nella maggioranza del governo Meloni, emerse durante il voto sugli ordini del giorno alla Manovra 2025. Il contesto è quello di una giornata tesa alla Camera, in cui Forza Italia e Lega hanno mostrato divergenze significative rispetto alla linea ufficiale dell’esecutivo.
Tra i temi più discussi, l’annullamento delle sanzioni ai no vax ha provocato una spaccatura evidente, mentre la cosiddetta norma anti-Renzi, che limita i compensi extra di parlamentari e membri del governo provenienti da società extra UE, ha suscitato malumori, soprattutto tra i deputati leghisti.
L’ordine del giorno presentato dalla deputata del Partito Democratico Simona Bonafè, che chiedeva di garantire l’attuazione dei procedimenti sanzionatori nei confronti dei no vax senza ulteriori proroghe o condoni, ha ottenuto il voto favorevole di almeno sette parlamentari di Forza Italia. Una scelta in contrasto con il parere contrario espresso dal governo e con la posizione compatta del resto del centrodestra.
Le multe, introdotte nel 2022 per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale contro il Covid-19, erano già state sospese più volte e, con il decreto Milleproroghe dello scorso anno, definitivamente annullate. Tuttavia, la questione continua a essere un terreno di scontro politico. Da un lato, la Lega e parte di Forza Italia difendono la scelta di archiviare le sanzioni come misura di equità. Dall’altro, una frangia interna a FI sembra voler mantenere un approccio più rigoroso.
Dalle multe No Vax a Renzi: frizioni al governo
A complicare il quadro, la norma anti-Renzi, considerata da molti una “punizione” mirata verso l’ex premier e leader di Italia Viva. La misura impone un tetto massimo di 100mila euro per consulenze extra provenienti da società con sede legale fuori dall’Unione Europea, pena l’esproprio delle somme eccedenti.
La Lega, pur sostenendo la maggioranza, ha presentato un ordine del giorno per attenuare gli effetti della norma, chiedendo che fossero escluse dal divieto le attività professionali regolate da albi. Tuttavia, il documento, firmato tra gli altri da Ingrid Bisa e Simonetta Matone, è stato ritirato prima che il governo potesse esprimere il suo parere.
La giornata ha evidenziato le tensioni che potrebbero esplodere con il ritorno della questione in Parlamento. In particolare, gennaio sarà un mese cruciale, quando il decreto Milleproroghe approderà al Senato per il voto definitivo.
Il governo potrebbe trovarsi davanti a una scelta obbligata: mantenere la linea della cancellazione delle multe ai no vax o cedere alle pressioni di Forza Italia, sempre più divisa sul tema. Qualora i parlamentari dissidenti decidessero di ribadire la loro posizione, il percorso del decreto potrebbe diventare tutt’altro che scontato, aprendo una nuova stagione di frizioni politiche. Per i no vax, il destino delle multe è ancora incerto.