Miglianico. Parte da Manteigas, Comune portoghese di 4.000 abitanti a 200 km. da Lisbona, il progetto “CARE. Azione culturale per i rifugiati in Europa”, che coinvolge 13 tra associazioni e piccole municipalità di Italia, Spagna, Francia, Repubblica Ceca e Bulgaria con l’obiettivo di creare una rete europea che colleghi realtà simili per dimensionamento, politiche dell’accoglienza e respiro internazionale: il 16 e 17 dicembre, infatti, i rappresentanti delle delegazioni partecipanti, tra cui quella del Comune di Miglianico, formata dal vicesindaco, Ester Volpe, e dall’assessore Andrea Iannotti, si ritroveranno i terra lusitana per il primo confronto sul tema “Il valore della diversità culturale”.
Finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma “Europa per i cittadini”, il progetto “CARE” si svilupperà dal 16 dicembre 2018 al 20 luglio 2020 attraverso incontri e confronti in ognuno dei Paesi aderenti che darà il proprio contributo alla creazione di una coscienza unitaria di dialogo, di rispetto e di apertura nei confronti di un problema umano, prima che sociale, come quello dell’immigrazione. Per questo, all’incontro inaugurale di Manteigas parteciperanno sia i rapprensentanti della Commissione Europea, sia l’Alto Commissario ONU per i Rifugiati.
“Come già in occasione – ha dichiarato il sindaco, Fabio Adezio – del gemellaggio europeo con i catalani di Saint Esteve Sesrovires, che tra l’altro ritroveremo al nostro fianco anche in questa occasione, Miglianico si trova in prima linea per favorire il dialogo interculturale con i rappresentanti delle associazioni di immigrati e tra gli stessi europei attraverso questa serie di conferenze, seminari e workshop, dove porteremo la nostra esperienza e le nostre competenze, per arrivare alla creazione di una rete tra i piccoli Comuni che possa essere una risposta alle necessità di affrontare un grande tema con un’ottica unitaria”.
“La rete “CARE” – ha aggiunto il vicesindaco, Ester Volpe – ci permetterà di creare un legame stabile tra realtà territoriali simili e affini che sono aperti allo scambio culturale con le comunità di migranti già presenti e integrate nella società europea”.