«La questione di Caramanico Terme rischia di diventare la più evidente strumentalizzazione elettorale da parte della Giunta Lenta, un vero e proprio tradimento», dichiara il Capogruppo Pd Silvio Paolucci, firmatario dell’interrogazione.
«E’ vergognoso che a novembre del 2019 non risulta sottoscritto il rapporto contrattuale inerente la “Regolamentazione in materia di prestazioni erogate dalla Rete Termale accreditata”, con validità solo per il 2019 – così ha deciso la Giunta Lenta! – e a fine anno non ancora firmato. L’attività delle Terme di Caramanico nell’anno corrente è stata, dunque, quasi totalmente (10 mesi su 12) assicurata grazie all’atto a firma Lolli-Paolucci dello scorso 11 dicembre 2018».
«Un atto che – incalza Paolucci -, in campagna elettorale, alcuni degli attuali membri del governo regionale definivano ‘carta straccia’. Un atto che, invece, nel confermare la continuità con il Piano 2016-18 e nel disporre “l’acquisto di prestazioni da soggetti privati accreditati”, di fatto, ha consentito l’erogazione delle prestazioni termali convenzionate e l’attività termale finora svolta a Caramanico nel 2019. La gravità dell’immobilismo della Giunta Lenta è senza giustificazione. I tetti sono stati approvati a novembre 2018 (DGR 913/2018), l’attuale Giunta non ha modificato nulla; pertanto è inaudito che dopo 12 mesi non abbiamo neanche sottoscritto il contratto. Questo è l’interesse, dopo l’utilizzo spregiudicato dell’argomento sotto campagna elettorale, che hanno del territorio, delle imprese, dei cittadini e dei lavoratori».
«Nonostante la riapertura dello stabilimento termale – conclude Paolucci -, per una stagione più breve e solo per iniziativa della società concessionaria, non vi è ancora nessuna proposta, per altro, da portare presso il Tavolo di Crisi del MISE, che dallo scorso 3 aprile attende un riscontro dalla Regione Abruzzo».
«Regione-Terme di Caramanico; ovvero la montagna che non riesce a partorire neanche un topolino!» dichiara il Responsabile di “Rete Abruzzo” nonché Capogruppo di “Uniti per Caramanico” Mario Mazzocca, che rincara la dose. «A questa Regione non sono bastati 8 mesi per sottoscrivere il contratto termale tradizionale, che nel frattempo è stato ridotto da tre ad un solo anno (novembre e dicembre prossimi!), nonostante l’Assessore Verì a luglio dichiarò come fosse già pronto! E in ogni caso si tratterà del solito contratto, privo di qualsiasi sostegno alla ripresa delle attività termali oltre che della possibile attività integrativa che – senza costi aggiuntivi per la Sanità regionale – avrebbe determinato l’utilizzo completo, differenziato e non stagionale del principale impianto termale abruzzese, così come già sperimentato in altre regioni italiane».