Città Sant’Angelo. Arriva sui banchi del Consiglio regionale la questione della realizzazione di un Biodigestore anaerobico in località Piano di Sacco, nel Comune di Città Sant’Angelo.
“L’opera ha già incassato il no dell’Amministrazione Comunale e della Provincia. Ora è arrivato il momento che anche la Regione Abruzzo si esprima sulla contrarietà alla realizzazione dell’impianto”, sostiene il vice presidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari che ha presentato un’ interpellanza rivolta al Presidente della Giunta regionale Marco Marsilio e all’Assessore con delega ai rifiuti Nicola Campitelli.
“L’area di Piano di Sacco, dove dovrebbe insistere il progetto di realizzazione del Biodigestore anaerobico – spiega Pettinari – rientra nell’ambito del Distretto Rurale denominato Terre Vestine dalle Saline al Gran Sasso, riconosciuto dalla Regione Abruzzo con Deliberazione del 2015. L’area rientra, inoltre, nell’ambito del Contratto di Fiume Tavo-Fino-Saline”.
“Seppur sulla carta risulta classificata a destinazione industriale da Regione Abruzzo, in realtà non sembrerebbe averne le caratteristiche, sia per la sua vocazione agricola, sia perché priva di qualsiasi opera di urbanizzazione primaria come strade, condotte acque industriali e civili, rete pubblica antincendio, impianto di depurazione acque nere e industriali, rete idrica, e altri fattori indispensabili per un polo industriale”, insiste Pettinari, sostenendo la stessa tesi di alcune associazioni che da mesi stanno protestando control il progetto.
“Per questo”, “, ricorda il pentastellato, ” tona completamente la decisione dell’assemblea dei soci di Ambiente SpA, società interamente pubblica che a maggio di quest’anno ha deliberato l’avvio del procedimento per la realizzazione di un Biodigestore in project financing. Secondo i dati, forniti proprio da Ambiente SpA, l’impianto dovrebbe trasformare circa 60mila tonnellate annue di rifiuti umidi. Ma le tonnellate di frazione umida prodotta a Città Sant’Angelo ammonterebbero, al massimo, a 2mila tonnellate per lo stesso periodo. E’ evidente che le 58mila tonnellate di materiale mancante, già in putrefazione e fortemente maleodorante, dovrebbero affluire dal comprensorio pescarese, e non solo, verso Piano di Sacco”.
“Il Piano provinciale dei rifiuti che quello regionale, prevedono tra centri e nuclei abitati e impianti di questo genere una distanza non inferiore a 500 metri per i nuclei abitati, e 200 metri per le case sparse, per di garantire la sicurezza dei cittadini anche in merito alle fuoriuscite di gas maleodoranti. Il non rispetto di queste distanze, come nel caso del punto indicato in di Piano di sacco, costituisce un fattore escludente per la realizzazione dell’opera”, aggiunge Pettinari, “Come se tutto ciò non bastasse, le modalità con cui è stata scelta la tecnologia della biodigestione anaerobica con produzione di biogas da depurare perché divenga biometano, risulterebbe contraria alle procedure obbligatorie per legge di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e alle procedure di VIA (Valutazione dell’Impatto Ambientale). È chiaro, quindi, che quell’impianto lì non può essere realizzato”.
“Ambiente Spa è una società pubblica pertanto la Regione e i Comuni devono essere assolutamente coinvolti equamente nelle sue decisioni, ecco perché ho anche voluto chiedere alla Regione Abruzzo se ritiene legittima la modifica dello Statuto di Ambiente SpA, approvata ad agosto 2022, in cui il numero dei consiglieri scelti dal Comune di Pescara risulta essere tre su un totale di cinque, detenendo così sempre la maggioranza ed escludendo le volontà degli altri 31 Comuni soci di Ambiente SpA. Mi aspetto sia calendarizzata il prima possibile”, conclude il consigliere regionale.