Atessa. Per la prima volta in più di 40 anni di storia, si discute di licenziamenti alla Honda Italia di Atessa, primo e unico stabilimento in Europa della casa motoristica giapponese.
L’azienda, in una riunione con le Rsu dello stabilimento, ha comunicato che sui 645 dipendenti attuali, 303 sarebbero in esubero: il trend negativo degli ultimi mesi, con una perdita del 20 per cento della produzione, e la decisione di spostare parte della produzione in Asia e Stati Uniti, sono gli elementi che giustificherebbero in sostanza il dimezzamento del personale della Honda Italia.
Lo stabilimento di Atessa, primo ad insediarsi nel 1971 in quella che diventerà la zona industriale metalmeccanica più grande del centro sud, la Val di Sangro, ha fatto sempre registrare utili e ottimi risultati e mai prima d’ora si era parlato di licenziamenti.
“E’ la prima volta in 40 anni” commentano i lavoratori “il mercato è cambiato, la crisi è globale e l’azienda vuole andare a produrre dove costa di meno. Proprio loro, i lavoratori, questa mattina si sono riuniti in assemblea per poi scioperare un’ora e mezza dalle 10.30 alle 12 con i segretari provinciali dei tre sindacati, Marco Di Rocco (FiomCgil), Domenico Bologna (FimCisl) e Nicola Manzi (UilmUil).
“Se queste sono le condizioni dell’azienda” sottolinea la Rsu della Fiom Angelo D’Amario “noi smetteremo di lavorare; ma credo che non sia nell’interesse di nessuno arrivare all’aut aut, contiamo di gestire al tavolo questo passaggio”.
La Rsu della Uilm, Francesco Flamminio, è invece un quarantenne che rappresenta l’età media dei lavoratori dello stabilimento, ulteriormente abbassatasi dopo il prepensionamento di un centinaio di dipendenti lo scorso anno. “Abbiamo bisogno di aprire un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico al quale dovranno sedersi tutti, dalle istituzioni ai massimi vertici della casa madre giapponese” commenta. “Questo è l’unico stabilimento in Europa della Honda, abbiamo bisogno di guardare avanti e di non farci rubare il futuro”.
“Dobbiamo cercare di cambiare tutti insieme il piano industriale” aggiunge Bologna della FimCisl insieme al segretario regionale della Fiom, Nicola Di Matteo. “Produrre un motore power negli Stati Uniti costa 14 euro in meno a pezzo: con i fondi Fas della Regione Abruzzo dobbiamo cercare di colmare questa differenza e trattenere il lavoro qui in Val di Sangro”.
Del piano e di come gestire questo passaggio difficile per la Honda di Atessa e per le numerose aziende dell’indotto (circa mille lavoratori) se ne discuterà venerdì in un incontro con la direzione aziendale dello stabilimento previsto nella sede di Confindustria Chieti in Val di Sangro.