Pescara. “30 milioni di euro per un impianto di smaltimento dei rifiuti organici che il Comune di Pescara, in predissesto e in piena crisi finanziaria, dovrà restituire con gli interessi, per realizzare quello che altri Comuni faranno invece a zero euro attraverso i finanziamenti a fondo perduto del PNRR”.
Questa l’accusa del M5S Pescara attraverso le parole del consigliere comunale Paolo Sola, membro del Comitato di Controllo Analogo Congiunto di Ambiente SpA, organo consultivo chiamato ad esprimere periodicamente il parere sul servizio di gestione integrata dei rifiuti.
La vicenda, denunciata dal consigliere M5S dopo l’ultima riunione del Comitato, era emersa per la prima volta nelle scorse settimane, quando la Giunta Masci aveva annunciato entusiasta il finanziamento concesso dalla Banca Europea per gli Investimenti) al Comune di Pescara per realizzare un piano di interventi di transizione verde, tra i quali un impianto per la produzione di biometano dai rifiuti organici.
“Per prima cosa va detto che il finanziamento concesso dalla BEI andrà comunque restituito entro 18 anni e con un tasso di interesse – commenta il consigliere M5S Paolo Sola – e copre soltanto la metà dei 30 milioni previsti per realizzare l’impianto. Per la parte restante (15 milioni di euro) Ambiente SpA ha già intenzione di ricorrere ad un privato a cui affidare anche la gestione. L’ennesima commistione pubblico-privato – prosegue Paolo Sola – che rischia di fare gli interessi solo di quest’ultimo, che per forza di cose dovrà fissare una tariffa per il conferimento dei rifiuti abbastanza alta da garantirgli di recuperare l’investimento e raggiungere un profitto. E impianti di questo tipo, lavorando a pieno regime con quantità importanti (50.000-60.000 tonnellate di organico all’anno), dovrebbero poter servire grandi territori per essere economicamente sostenibili, ben oltre quello pescarese che produce circa 20.000 tonnellate annue”.
Elemento questo che, per il pentastellato, “rischia di compromettere sin da subito anche la competitività dell’impianto, che a tariffe troppo elevate difficilmente potrà competere con quelli delle province di L’Aquila e Chieti, già attivi o in via di realizzazione. Tra questi spicca il caso del piccolo centro di Rapino che, facendosi capofila di una serie di altri Comuni del chietino, in poco tempo è riuscito a presentare un progetto per un impianto del tutto simile, cercando di intercettare fondi messi a disposizione dal PNRR. Risorse a fondo perduto che consentirebbero una gestione libera da ogni ragionamento di profitto e, di conseguenza, la possibilità di garantire tariffe agevolate per il conferimento dell’organico non solo ai Comuni aderenti, ma all’intero territorio limitrofo, andando ad attrarre clienti anche nella provincia pescarese e riducendo di fatto il progetto di Ambiente SpA ad un’operazione fallimentare ancor prima di nascere”.
Questioni che il M5S Pescara tornerà a sollevare durante la prossima riunione del Comitato di Controllo Analogo, prevista per giovedì 7 aprile, chiedendo conto della mancata partecipazione al bando del PNRR “che rischia di caricare sulle spalle dei cittadini una spesa di 30 milioni per un progetto che poteva essere realizzato a costo zero”, conclude Sola.