Pescara. Arrivano altre sentenze contro l’autovelox di via di Sotto.
“Questa volta i giudici di pace stanno condannando il Comune di Pescara anche al pagamento delle spese legali sostenute dai cittadini”, riferiscono il capogruppo del Partito democratico in Consiglio Comunale Piero Giampietro ed il consigliere regionale Antonio Blasioli, insieme alla portavoce del Coordinamento Pescara Colli Michela Di Stefano.
“Un pasticcio che si aggrava sempre di più – ha spiegato Piero Giampietro – e chiunque ci metta il naso giunge alle stesse conclusioni, a partire dalla direzione sicurezza stradale del ministero delle infrastrutture, che a maggio aveva scritto al sindaco rilevando la inadeguatezza dello strumento scelto. La brutta notizia però è che di fronte ad errori così evidenti, la giunta Masci e tutti i partiti che la sostengono si stanno intestardendo, e stanno votando all’unanimità di impugnare le sentenze per portare i cittadini in tribunale: in questo modo stanno esponendo l’Ente ad un ulteriore e lungo contenzioso con centinaia di famiglie pescaresi. Abbiamo sempre detto che se l’obiettivo fosse stato solo l’incremento della sicurezza di Via di Sotto, obiettivo assolutamente condivisibile, si dovevano introdurre prima i rialzi della carreggiata che costringono le automobili a rallentare, come è stato d’altronde fatto in primavera in Via di Sotto ma solo dopo le proteste dei cittadini, in ritardo e in maniera forse insufficiente”.
Fra l’altro, ha sottolineato Giampietro, “a conti fatti questo autovelox ha punito sostanzialmente quelle persone che chiedevano sicurezza, multate mentre uscivano di casa: delle 22 mila sanzioni, quasi 15mila sono state elevate nei confronti di chi ha superato il limite di velocità fino a 10 chilometri orari. La sicurezza stradale si persegue fra le altre misure con la prevenzione, potenziando i trasporti pubblici e l’illuminazione delle nostre strade, ma certo non con un autovelox-bancomat ingiusto”.
“La testardaggine di pochi amministratori si sta ripercuotendo nella vita quotidiana di tante persone – ha aggiunto Michela Di Stefano, portavoce del coordinamento di cittadini nato dopo l’installazione dell’autovelox – le prime sentenze del giudice di pace condannano il Comune non solo ad annullare le multe, ma anche al pagamento delle spese legali. La giunta comunale invece non accetta la sentenza e ricorre al tribunale civile: invece di annullare le multe e ammettere l’errore persevera intasando la giustizia, affaticando gli automobilisti multati costringendoli ad ulteriori spese legali e perdita di tempo, allungando la catena burocratica perché comunque vada pagano i cittadini. E così il Comune mette tre volte le mani nelle tasche dei pescaresi, perché anche le azioni legali del Comune sono pagate con i soldi delle nostre tasse. Sarebbe auspicabile chiedere alla Corte dei Conti se tutto ciò è legittimo”.