Chieti, elezioni: botta e risposta tra Bruno e Marco Di Paolo

Chieti. “L’ideale sarebbe, così come faremo noi di Giustizia Sociale, non candidare alla prossima tornata elettorale nessun consigliere comunale uscente, per dare ai cittadini di Chieti un segnale di rinnovamento politico-istituzionale vero e non solo a chiacchiere”.

 
 Lo dice in una nota il segretario politico di Giustizia Sociale, Bruno Di Paolo, che aggiunge: “Sono consapevole, però, che pretendere la condivisione  da parte di altri partiti del modello adottato da Giustizia Sociale è pura utopia perché sicuramente troppo dirompente sulle concezioni tradizionali dei ‘padrini’ della politica locale. Si potrebbe almeno addivenire ad una sorta di gentlemen agreement, una sorta di ‘patto d’onore’ tra tutte le forze politiche cittadine che sancisca in maniera inequivocabile che i consiglieri comunali con due o più mandati alle spalle non debbano essere ricandidati. Non è la prima volta che promuovo questa idea e tuttavia non mi stupisco che nessuno abbia mai risposto al mio invito. Rilancio dunque con forza un’idea di cui non solo la città, ma anche le forze politiche sono già a conoscenza. Viviamo un momento storico in cui regnano l’instabilità economica e le tensioni sociali, e nella quale quotidianamente si parla di cambiamenti che poi puntualmente non avvengono: sta ai partiti, ora, dare segnali che non siano solo simbolici ma che abbiano riscontri sostanziali. Fin qui è sistematicamente andata come ben sappiamo, e cioè che alla prova dei fatti non succede mai nulla di nulla e i politicanti di professione sono sempre lì incollati alla loro poltrona anno dopo anno e dopo anno ancora. Come ieri, come oggi e probabilmente come domani. E’ giunto il momento di passare dalle parole ai fatti. Basta con i soliti slogan del tipo: ‘largo ai giovani’, ‘cambiamo la classe dirigente’, ‘ascoltiamo la voce della base’ ecc. ecc., con cui i vecchi politici riempiono giornali e Tg per buttare fumo negli occhi ai cittadini che si sentono sempre più delusi e sempre più presi in giro. E’ sotto gli occhi di tutti infatti che il mondo della politica, così come conosciuto in questi ultimi venti anni, sia ormai percepito negativamente dai cittadini che lo indicano come il maggiore responsabile per la situazione di crisi che stiamo attraversando a causa di una pratica tristemente diffusa quale mettere al primo posto i propri interessi e non già quelli della collettività. Allora non è più tempo di giocare con le promesse. Bisogna agire. Iniziando proprio  con il ‘rottamare’ i politici di professione, quelli, per intenderci, che da oltre un decennio (alcuni addirittura da un ventennio) passano mensilmente alla cassa del Comune di Chieti per ritirare il proprio bell’assegno da consigliere comunale. Due anni fa la mia proposta di diminuire le prebende di consiglieri comunali e assessori (che il sottoscritto dimezzò spontaneamente) caddero nel vuoto, suscitando, al contrario una forte reazione della casta avverso la mia decisione di dimezzarmi spontaneamente l’indennità. Oggi in tanti si stracciano le vesti parlando di novità, di cambiamenti, di svecchiare la politica, ma poi se guardiamo agli scranni di Palazzo d’Achille troviamo da troppo tempo i soliti volti noti. A distanza di tempo dalla mia proposta, leggo nel mutato clima politico istituzionale che si è determinato, che questo possa essere il momento opportuno per una ulteriore forte sterzata anche sotto un altro aspetto: quello di stabilire un numero massimo di mandati da consigliere comunale. Nell’attuale consiliatura sono ben 31 i personaggi che hanno più di un quinquennio di attività amministrativa comunale alle spalle e per i quali il ‘consigliere comunale’ è divenuto ormai un vero e proprio mestiere. Persone sulla cui statura istituzionale non starò qui a discutere, ma sulla cui capacità di poter dare ancora qualcosa alla città dopo tanti anni, è forse lecito nutrire qualche dubbio. Anche perché è di tutta evidenza che dopo tanti anni passati su una poltrona è alto il rischio di essere vittime dell’effetto ‘rendita da posizione’ diventando abitudinari del potere generando indolenza ma, soprattutto, incapacità di fornire contributi validi all’amministrazione cittadina. Non è più tollerabile che vi possa essere chi vive grazie agli emolumenti previsti dal regolamento comunale per gli amministratori. La proposta di Giustizia Sociale è dunque che non si possa sedere in consiglio per più di due mandati: dieci anni sono infatti più che sufficienti ad agire in difesa della propria città e a lasciare un’impronta del proprio lavoro, se si è davvero degli abili amministratori. Dieci anni, dopodichè arriva il momento dei bilanci da lasciare alla storia. E’ inaccettabile che talvolta si abbia una sorta di perpetuazione del proprio incarico politico, dando vita ad una fenice che risorge ogni volta, forte della propria posizione dominante acquisita nel tempo. Posizione che inevitabilmente va a tarpare le ali a chi invece tenta volenterosamente di avvicinarsi alla politica per la prima volta, in modo particolare ai tanti giovani che hanno idee nuove da portare come contributo alla causa del buon funzionamento della macchina amministrativa. E sono in tanti. Basti pensare ai tanti ragazzi che hanno fatto richiesta di iscriversi iscritti al terzo  corso organizzato da Giustizia Sociale per ‘futuri politici e amministratori pubblici’ che si svolgerà nel prossimo mese di novembre. 
Auspico che gli altri partiti riescano a cogliere il senso positivo della mia idea di non oltre due mandati  e poi ‘tutti a casa’ e che vogliano anteporre, una volta tanto, gli interessi di Chieti e dei Teatini alla solita ipotesi di un pugno di voti in più che potrebbero arrivare (secondo copione)  candidando per l’ennesima volta i soliti marpioni consiglieri comunali storici”.
 
 Alle dichiarazioni di Bruno Di Paolo, questo è il commento dle consigliere Marco Di Paolo: “Leggo con sorpresa le dichiarazioni dell’ex vicesindaco di Chieti, Bruno Di Paolo, nel quale articolo vengo coinvolto mio malgrado. Ringrazio l’estensore dell’articolo per la bella descrizione che ha voluto fornire del sottoscritto ma, tanto per chiarire la cosa, soprattutto ai miei elettori, desidero anzitutto sottolineare che non ho nulla a che spartire con il suddetto Di Paolo dal quale per quanto attiene coerenza ed impegno, politicamente parlando, sono lontano anni luce! La moda del momento, ovvero ‘rottamare’ tutto il possibile, è un equilibrismo politico di difficile applicazione specie nelle realtà locali, che viene sovente usato come bandiera ideologica  proprio da quei soggetti che non avendo nulla di nuovo da proporre lo adoperano quale estremo tentativo per rientrare in gioco! Ma l’uso del populismo piace al Di Paolo prova ne sono i tanti ‘corsi gratuiti’ che organizza a nome della sua lista civica per la cittadinanza; uno specchietto per le allodole dietro al quale si nasconde solo il tentativo di accaparrarsi facile consenso. La decisione di non candidare nella sua lista chi ha già due consiliature al suo attivo è una mossa elettorale che, specie a Chieti, sarà destinata a fallire perché per mandare avanti la macchina comunale c’è bisogno di gente preparata e capace che conosca il sistema e sappia come muoversi al suo interno. Inoltre, la dimostrazione che non conta l’età “politica” ma la qualità dei singoli di muoversi nei complicati meccanismi dell’Ente per rispondere alle richieste dei cittadini, c’è l’ha offerta lo stesso Di Paolo quando nella sua breve e tormentata esperienza da amministratore di Chieti, come Vice Sindaco e Assessore al Personale, ne ha combinate di tutti i colori, tanto da indurre persino un Sindaco notoriamente refrattario ad assumere decisioni come Di Primio a prendere carta e penna e sbatterlo fuori dalla giunta! Se sbarramento ci deve essere dovrebbe esserci anche per chi, come il Di Paolo, è “vecchio” alle competizioni elettorali essendo stato candidato praticamente su tutte le ruote e ad eccezione di quell’occasionale situazione occorsa alle regionali di qualche anno fa (governo Del Turco) dove è stato miracolosamente eletto, le sue ultime performance sono state disastrose. Un eterno secondo verrebbe da dire! A poco varranno le repliche del Di Paolo nelle quali affermerà urbi et orbi ‘Si però io ho i voti’! E che ci fai, i voti hanno valore sole se si traducono in elezione e per adesso lui è fuori da qualunque contesto, per fortuna, aggiungo io! Se vogliamo cercare una regola della politica, forse l’unica, quella vera, è la coerenza! Se il sottoscritto è Consigliere Comunale da quattro legislature consecutive, unico in Consiglio Comunale, questo è dovuto unicamente alla coerenza che ho sempre mostrato portando avanti con dignità e rispetto la mia azione di eletto, rispondendo sempre alle richieste dei cittadini e tenendo fede agli impegni assunti con le forze politiche. Tasto dolente questo per Di Paolo che con estrema disinvoltura ha sostenuto al Comune di Chieti una maggioranza di centrodestra, contemporaneamente tramite i suoi collaboratori, una maggioranza di Centro Sinistra a Vasto per finire con il candidarsi dopo due anni al Consiglio Regionale con il centrosinistra dopo essere stato per tre anni Consigliere Regionale in una lista che si opponeva al centrosinistra. Mi gira la testa anche solo a ricordarle tutte le capriole politiche del novello rottamatore Di Paolo! Concludo ufficializzando fin d’ora e con orgoglio la mia candidatura alle prossime elezioni comunali del 2015; candidatura che non nasce certo dall’esigenza di conservare la poltrona, chi mi conosce sa bene che non sono attaccato a nessuna poltrona e non ho bisogno dell’emolumento di Consigliere per campare la famiglia visto che detto emolumento viene destinato interamente al volontariato – in particolar modo per gli animali – ma solo dalla richiesta pressante che tanti cittadini, quasi ogni giorno, mi rivolgono perché in me trovano una persona per bene che dà tempestivamente risposte concrete”.
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