“Con la scusa della lotta all’evasione fiscale”, afferma nel comunicato Mirko Iacomelli, responsabile provinciale di Cpi Pescara, “attraverso l’adozione del pagamento elettronico per somme superiori ai 30 euro, si realizza un nuovo ‘regalo’ alle banche, che gestiranno le somme dei pagamenti e percepiranno anche una percentuale su ogni transazione commerciale. I grandi evasori in Italia non sono poi certo il piastrellista che si spacca la schiena, oppure il fruttivendolo che a fine giornata conta gli spiccioli nella cassa valutando tutti i giorni la possibilità di chiudere il negozio a causa della ‘crisi’, ma le grandi aziende che nascondono al fisco milioni di euro attraverso artifici contabili. E non è certo con l’adozione del Pos che si può fermare questo fenomeno”,
“Il POS – continua Iacomelli – servirà non solo al monitoraggio del cittadino su consumi, movimenti e gusti personali, sempre più preda delle agenzie di marketing e di mercato, ma soprattutto ad avvantaggiare gli istituti di credito, che si troveranno a gestire le somme frutto dei pagamenti, che passeranno da un conto bancario ad un altro, rimanendo costantemente a disposizione per essere investiti. Guardando poi ai mercati finanziari dove si bruciano in un giorno capitali virtuali pari a quelli reali di un anno -conclude il responsabile pescarese Cpi – auspichiamo l’avvento di uno Stato che sappia finalmente adottare misure che riportino la finanza al servizio dell’economia reale perché, come affermava il poeta Ezra Pound ‘i disordini non avranno mai fine, non avremo mai una sana amministrazione della cosa pubblica, se non acquisteremo una nozione precisa e netta della natura e della funzione del denaro'”.