Chieti. Il capogruppo di Scelta Civica in Consiglio Comunale a Chieti, Alessandro Giardinelli, ed il responsabile regionale dell’associazione Libera, Angelo Venti, si sono espressi sulla problematica dei rifiuti nel capoluogo teatino.
Il 25 febbraio – ha ricordato Giardinelli – ho presentato un ordine del giorno sulla Deco perché si doveva realizzare un ponte tra l’asse attrezzato e l’azienda a spese della società per un costo di circa 1 milione di euro. Il Comune ha deciso di far passare i camion tra l’asse attrezzato e l’azienda, questo significa inquinamento sotto il profilo acustico, ambientale, degli odori. Per passare questo accordo bisogna approvare una variante al Piano Regolatore attraverso un tavolo tecnico. Ho saputo del tavolo tecnico con la partecipazione della Regione, del Comune (Settore Lavori Pubblici, Ambiente ed Urbanistica) e la Deco. L’accordo era che la Deco desse 300 mila euro al Comune con la rinuncia al ricorso. Io ho presentato un ordine del giorno che prevede l’annullamento di questo accordo. Secondo me è un accordo svantaggioso per il Comune e veramente svantaggioso per i cittadini che subirebbero le conseguenze dell’inquinamento ambientale. Ho subìto una denuncia dopo la quale mi sono recato alla Procura di Pescara (dove la Deco ha la sede legale). Ho fatto un esposto perché mi sono sentito intimidito, turbato e condizionato. Porterò avanti con tutte le mie forze la battaglia contro questo accordo. Sono stati pagati 3,7 milioni alla Deco che secondo me non dovevano essere pagati. Questi 3,7 milioni sono stati spalmati sulla Tares. Noi cittadini abbiamo pagato il 30% in più i Tares per darlo in mano ad un privato. Il privato cerca di guadagnare il più possibile, invece l’Ente si deve difendere”.
“Quello che difendiamo come Libera – ha detto Venti – è la libertà di parlare. Il consigliere a torto o a ragione ha tutta la libertà di dire la sua. Noi questa cosa la leggiamo come una limitazione alla libertà di un organo regolarmente eletto. Poi contestiamo tutta una gestione dei rifiuti dell’Abruzzo messa in atto dalle amministrazioni pubbliche e dagli altri soggetti. Battiamo quindi su questi due punti: la libertà di un consigliere comunale come persona eletta in un organo pubblico (non sono torrefabili azioni seppur come percepibili come intimidazioni) e la gestione dei rifiuti. Poi ci sono dei danni dovuti alla burocrazia”.
Francesco Rapino