L’Aquila. Tra novembre e dicembre scorsi avevano messo a segno due furti in altrettante gioiellerie i cui negozi si trovano uno nel centro commerciale “Quattro Cantoni”, l’altro nel centro commerciale “Il Globo”, entrambi nel capoluogo aquilano. I ladri sono stati identificati ed arrestati a Frascati dai carabinieri del comando provinciale de L’Aquila. Si tratta di quattro romeni. Altri particolari nel corso della giornata.
I romeni arrestati hanno tra i 20 e i 35 anni. Agli indagati vengono contestati il furto compiuto il 4 novembre al negozio ‘Oro e argento” dei “Quattro Cantoni” (bottino 56 mila euro) e quello a ‘Sarni oro’, ubicato al “Globo”, messo a segno il 15 novembre (bottino 140 mila euro). La banda e’ finita in carcere a seguito di altrettante ordinanze di custodia firmate dal gip Marco Billi, su richiesta del pm David Mancini. I proveddimenti sono stati eseguiti dai carabinieri del Norm della Compagnia dell’Aquila unitamente a quelli della Compagnia di Frascati. Gli arresti scaturiscono da un’altra indagine avviata dai carabinieri di Frascati volta a perseguire una associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione di giovani ragazze di provenienza Est Europea, messe a lavorare sulle strade della periferia Sud-Est di Roma da una banda di romeni dediti anche a reati di matrice predatoria. Le intercettazioni telefoniche hanno consentito di accertare che le ragazze avviate alla prostituzione venivano vendute ed acquistate tra gli appartenenti alla banda in cambio, oltre che di denaro, anche di gioielli ed orologi, tutti puntualmente risultati provento di furto.
In particolare l’ascolto delle conversazioni telefoniche avviate a pochissimi giorni di distanza dalla consumazione dei due furti compiuti a L’Aquila ha consentito agli inquirenti di risalire alla paternita’ dei colpi. Gli indagati infatti, facevano chiari riferimenti ai raid eseguiti a L’Aquila ed alla refurtiva asportata, che poi utilizzavano per “comperare” ragazze da avviare sulla strada. Sono stati di conseguenza analizzati i tabulati del traffico sulle celle telefoniche che agganciavano gli apparecchi utilizzati dai ladri in occasione dei furti consumati in citta’ che hanno consentito di localizzarli con matematica certezza nel territorio cittadino in occasione della consumazione dei reati. A rafforzare ancora di piu’ la tesi degli investigatori il risultato della comparazione del Dna di uno degli arrestati con alcuni campioni di sangue che erano stati repertati dai militari dell’Aquila sulla scena del crimine. Infatti uno dei banditi, dopo aver utilizzato la sega circolare a scoppio si era tagliato con la saracinesca della gioielleria “Sarni Oro”.