Provincia di Chieti, D’Amico su dimissioni assessori: ‘E’ passata una settimana ma ancora nulla di nuovo’

Chieti. “Esattamente una settimana fa ben sei assessori della giunta di centrodestra a guida Udc davano le dimissioni per cercare nuove fortune alle prossime elezioni regionali del 25 maggio prossimo”.

 

Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D’Amico, che aggiunge: “Abbiamo subito condiviso la scelta del Presidente Enrico Di Giuseppantonio di rimanere alla guida dell’ente sia per portare a compimento il mandato assunto davanti agli elettori che di evitare di lasciare la provincia in un momento di grandi trasformazioni per le funzioni future e per il ruolo che ancora avrà nell’arco istituzionale. Lo sollecitavamo a scegliere bene ed in fretta i nuovi componenti di giunta allo scopo di  non perdere del prezioso tempo utile invece alla predisposizione del bilancio di previsione del 2014 ed all’aggiornamento del piano triennale delle opere pubbliche unitamente  al portare a conclusione tutte le procedure di appalto dei lavori ancora da cantierare. Notiamo che è calato un silenzio abissale ed imbarazzante sulla vicenda quanto invece il presidente, almeno a parole, pareva volesse fare tutto ed in fretta e corrono insistenti voci di numerosi aspiranti che animano solo liturgie da prima repubblica.
Per noi utile sarebbe nominare un numero limitato di nuovi componenti di giunta ma, se pur dovessero attenersi strettamente allo statuto che prevede seccamente dieci assessori, facessero in fretta alfine di ridare funzionalità all’organo di governo dell’ente ed al Consiglio in questa marginale parte di legislatura che ancora resta. I costi di un assessore provinciale a Chieti sono molto contenuti e facilmente comprensibili al cittadino se commisurato al tempo che uno dovrebbe dedicare all’impegno (circa € 2.000 mensili) ma questo dovrebbe avvenire presto e con recupero di dinamismo visibile all’occhio della gente. Noi chiediamo di fare presto perché vogliamo bene al territorio ed alla gente non certo chiediamo d’imitare la consigliatura regionale dove, nonostante una ingiustificata proroga di ben sei mesi, i costi sono elevati per la collettività e i benefici alquanto dubbi”.

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