Casalincontrada. “Per la piattaforma a Casacanditella non possiamo che essere al fianco del Sindaco di Fara Filiorum Petri e confermare la disponibilità alla salvaguardia del territorio in cui viviamo”.
Così in una nota il rappresentante di Casale Futuro, Sergio Montanaro, che aggiunge: “Il territorio in cui viviamo non è rappresentato solo dal luogo su cui poggiamo i piedi, le distanze non si misurano solo con i chilometri stradali. Questo territorio è già da tenere sotto forte osservazione dal punto di vista ambientale. Oltre alle tante e tristemente numerose discariche abusive non si può continuare ad ignorare la presenza della discarica comprensoriale del Consorzio dei rifiuti del Chietino che si trova a Fara Filiorum Petri. Discarica sotto osservazione dalla Ue da anni. Si dimentica troppo spesso, ammantandolo con le difficoltà economiche, il problema annoso della sua copertura e messa in sicurezza che viene rimandata da troppo. Il problema è serio e andrebbe valutato nell’interezza del territorio. I tempi di messa in sicurezza di questa discarica, chiusa dal 2008 e con l’impegno di metterla in sicurezza già per il 2010, sono ormai irrimediabilmente sforati e non più certi. Verosimilmente sono destinati ad allungarsi ulteriormente. Nello scorso mese di novembre la Regione Abruzzo ha minacciato la nomina di un commissario ad-acta se entro 30 giorni non fosse stata realizzata la copertura definitiva oltre altre opere di urgente messa in sicurezza. Questo dopo il sopralluogo dell’Arta nel luglio 2012, quindi oltre un anno prima, in cui è stato riscontrato il superamento dei valori di eschirichia coli, ferro, manganese, solfati e il non rispetto dei tempi di copertura, anche provvisoria, della discarica stessa per evitare pericolose fuoriuscite di percolato. Allo stato dei fatti, contrariamente alle scuse addotte per i tremendi ritardi, tra la non approvazione del bilancio provvisorio 2013 e la minaccia del commissario, sarà difficile assolvere agli impegni a cui non si è riusciti di dare risposte nemmeno parziali in anni. È auspicabile che si faccia una riflessione profonda. E non si rispolveri nuovamente la tanto abusata teoria del Nimby. Le motivazioni per opporsi sono serie e realmente riscontrabili. Poi se a qualcuno risulterà sufficiente poter dire che vi sono i progetti, dovrebbe bastare rispondere che sono progetti che sarebbero dovuti essere completati ormai da anni e chissà come è la vera e reale situazione in quei questi luoghi di fatto abbandonati”.