L’Aquila. Il sindaco Massimo Cialente ha ritirato le dimissioni presentate lo scorso 12 gennaio.
Il primo cittadino si era dimesso dall’incarico a seguito dell‘inchiesta ‘Do ut des’ su presunte tangenti negli appalti per la ricostruzione del post sisma. Nell’indagine sono coinvolti, fra gli altri, il suo ex vice sindaco Roberto Riga, subito dimessosi dall’incarico, l’ex assessore Vladimiro Placidi, all’epoca dei fatti tra il 2009 e il 2011, assessore alla ricostruzione e il dirigente comunale Mario Di Gregorio. Cialente, invece, non è stato mai indagato.
“Ma dov’è il suo senso di responsabilità? Questa frase” ha detto Cialente “mi ha fatto riflettere molto su come dovessi comportarmi. A dirmela è stata una donna che mi ha fermato, con la sua famiglia, mentre stavo andando a lavorare in ospedale. I cittadini che ho incontrato in questi giorni mi hanno fatto capire che noi dobbiamo salvare l’immagine della città. Ho ricevuta centinaia di mail e persino mazzi di fiori affinché tornassi indietro sui miei passi. Ringrazio la maggioranza e la Giunta che hanno fatto quadrato attorno alla mia persona ed anche la tanta gente che ha partecipato alla manifestazione di venerdì scorso che mi ha chiesto a gran voce di rimanere alla guida del Comune. Questa non è la città del ‘magna magna’. Non è vero che abbiamo chiesto 60 miliardi per la ricostruzione. Sapete qual è il terremoto italiano che costa meno per la ricostruzione? Quello dell’Aquila. I dati sono della Filiera (Fintecna, Reluis e Cineas), un incubo per gli aquilani. Il Comune ha risparmiato 403 milioni di euro nei progetti, soldi utilizzati con attenzione estrema. Quando è andato via il commissario Chiodi, a settembre 2012, abbiamo risparmiato un milione al mese per il contributo di autonoma sistemazione. Ora dobbiamo recuperare il rapporto con l’Italia e con l’Europa. Come facciamo a dire all’Italia che siamo persone per bene? Per questo ho pensato all’ex magistrato Nicola Trifuoggi che per 45 ani ha lavorato al servizio dello Stato senza vedere partiti o colori, ma solo la legge”.
Il primo cittadino ha poi reso noto che nei prossimi giorni incontrerà il ministro Saccomanni affinché il governo possa stanziare, per il 2014, il miliardo di cui ha bisogno L’Aquila per la ricostruzione, coì come già aveva affermato l’ex ministro Barca e lo stesso titolare del dicastero della Coesione Territoriale Carlo Trigilia (che ha la delega per la ricostruzione dell’Aquila), che inizialmente aveva parlato di soli 500 milioni per poi presentare in Parlamento una relazione “che ricalca esattamente i nostri numeri”. E su Barca Cialente non ha escluso un suo impegno diretto per L’Aquila.
“Qui non è entrata la mafia grazie alla magistratura e alle forze dell’ordine” ha detto ancora il primo cittadino. E, in riferimento all’inchiesta, ha aggiunto: “l’idea che solo uno di noi possa aver sbagliato è qualcosa di terribile, è come sentirsi abbandonato dal padre, dal suo custode. C’è qualche pecora nera? Probabile, c’è in ogni gregge. Lo accerterà la magistratura. Oggi per noi è un nuovo inizio, una battaglia che vinceremo perché siamo nel giusto, ma anche tosti”.
E come suo vice, dunque, l’ex dimissionario Massimo Cialente ha deciso di puntare tutto su un uomo della legge e del rispetto delle regole, l’ex procuratore distrettuale antimafia de L’Aquila e poi capo della Procura di Pescara, Nicola Trifuoggi, che si occuperà di legalità. Sotto al suo vaglio passeranno tutti gli atti relativi sia alle imprese appaltanti che all’andamento degli appalti stessi per la ricostruzione post-sisma. Inoltre all’ex procuratore è stata affidata anche la delega all’ispettorato urbanistico.
“Sono stato contattato dal sindaco domenica scorsa” ha detto il neo vice sindaco. “Cialente mi ha chiesto di dargli una mano. Devo dire che non ci ho riflettuto molto e ho accettato subito con soddisfazione. Io voglio bene a questa città dove ho lavorato come procuratore e dove ho conosciuto mia moglie. In sintesi ho detto si al sindaco per la stima e per l’onestà che nutro nei confronti di Massimo e della compagine governativa. Ma anche per l’indignazione nell’aver letto sui giornali rappresentazioni nelle quali L’Aquila appariva come città del malaffare. Qui ci sono solo persone perbene, bisogna liberarsi da qualche pecora di colore oscuro che è normale possa trovarsi in qualsiasi contesto. Ho accettato in un’ottica di servizio: dare una mano a L’Aquila e a questo comune, ridare la giusta dignità al capoluogo di regione. A Cialente ho posto solo una condizione: che lavorassi totalmente gratis per il comune“.
IL COMMENTO DELLA SENATRICE STEFANIA PEZZOPANE (PD)
“Missione compiuta. L’attestazione di sfida e d’affetto nei confronti di Massimo e il lavoro corale, condotto dall’intera colazione di centrosinistra, che ha lavorato in questi giorni con passione e determinazione, hanno convinto il sindaco a ritirare le dimissioni e a tornare alla guida della città”.
Così la senatrice Stefania Pezzopane commenta la decisione del sindaco dell’Aquila.
“Dimissioni ingiuste- prosegue la senatrice- che avrebbero solo lusingato le mire di chi non vuole il bene della città. L’Aquila non merita di esser dipinta come una città del malaffare. Non lo siamo. Non è lo è il sindaco, che ha saputo reagire con dignità.
L’incarico affidato a Nicola Trifuoggi è un segnale importunante di un’Amministrazione che intende continuare ad operare nella legalità, adesso ancor più di prima.
Ora l’Amministrazione può ripartire, con maggiore slancio e vigore, a testa alta.
Dobbiamo far sentire a Massimo e alla sua giunta tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno, continuando ad incalzare il governo nazionale a rafforzare il suo impegno per la ricostruzione dell’Aquila del cratere”.
IL COMMENTO DELLA SENATRICE ENZA BLUNDO (M5S)
“Il rimpasto della Giunta Comunale annunciato questa mattina da Massimo Cialente rappresenta l’ennesimo disperato tentativo del sindaco aquilano di salvare la sua immagine dagli scandali che nelle ultime settimane hanno travolto la sua amministrazione, un gioco di prestigio con il quale cerca di nascondere le proprie colpe e responsabilità politiche.” A dichiararlo è la Cittadina al Senato Enza Blundo.
“Moltissimi aquilani sono stanchi di essere ingannati, considerati poco intelligenti ed avevano sperato che Cialente, facendosi da parte, avesse riconosciuto la sua responsabilità politica, lasciando campo libero ad una gestione della cosa pubblica finalmente trasparente ed esclusivamente improntata alla tutela dei diritti di tutti gli aquilani, e non solo di alcuni di loro. L’Aquila ha bisogno di una nuova classe politica che sappia rispondere ai bisogni di tutta la cittadinanza e che sia capace di ricostruire – conclude Blundo – il senso di comunità tra i cittadini”.
IL COMMENTO DEL MOVIMENTO 3.32
Oggi abbiamo assistito alla grande pantomima del ritorno di Massimo Cialente. Ha affermato che “errare è umano” dopo essersi dimesso per “aver compiuto errori”. Ha detto che il ritorno è dovuto all’attacco dei media nazionali alla città, dopo essersi dimesso per lo stesso identico motivo. Il “dimissionario seriale” ha ritirato le dimissioni senza neanche un’argomentazione, se non quella del “grande affetto della città” che lo avrebbe spinto a tornare sui suoi passi. Una spinta che noi vediamo solo in quegli apparati corporativi e partitici che hanno tutto l’interesse a garantire l’immobilismo. Cialente oggi non ha motivato nulla di fronte alla città.
Lui e la coalizione di centro – sinistra – destra che lo sostiene, stanno in maniera del tutto irresponsabile condannando a morte una città intera, solo per mantenere il loro potere e le loro poltrone. Un potere che, tra l’altro, si sintetizza benissimo nel personalismo di Cialente, che tanto ricalca quello espresso da Berlusconi, Bertolaso e Gianni Letta.
Ma la verità è che il problema di questo territorio non è solo Cialente, ma il sistema di clientele, poltrone, favori che lo sostiene e che ha permesso che la ricostruzione materiale, economica e sociale sia un affare di pochi, mentre le fasce più deboli della città sono allo stremo, ed i giovani costretti ad andarsene. Non basta una pennellata di finta trasparenza e un magistrato come vicesindaco per camuffare il sistema che coinvolge e soddisfa i poteri forti della città, che abbracciano indistintamente centrodestra e centrosinistra.
Solo dalla partecipazione reale delle persone, dai progetti concreti di ricostruzione sociale, dalle tante idee e proposte rimaste inascoltate in questi anni, potrà prender vita un nuovo modello di ricostruzione ed un futuro diverso per questo territorio.
Siamo pronti ad andare a dirlo con forza al prossimo consiglio comunale, appena il presidente stalinista Benedetti, troppo impegnato in questi giorni a insultare e a dare del fascista a chi ha osato opporsi a questa sceneggiata, lo convocherà.
IL COMMENTO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
“Con la nomina di Nicola Trifuoggi a vicesindaco con delega all’ispettorato urbanistico e alla trasparenza un primo importante segnale è arrivato alla città. Ieri nella prima riunione di giunta si è dato il via libera, entro trenta giorni, alla rotazione di dirigenti e funzionari,come previsto dalla delibera approvata qualche settimana fa dando applicazione al piano anticorruzione che, unitamente alla centrale unica di committenza, permetterà all’amministrazione di esercitare un ruolo di garanzia e controllo su tutti gli atti amministrativi al vaglio”.Lo hanno dichiarato Francesco Merola, Goffredo Juchich e Enrico Perilli, rispettivamente segretario provinciale, comunale e capogruppo di Rifondazione Comunista.
“Questa norma era stata richiesta – spiegano i tre – con forza da Rifondazione comunista all’interno della maggioranza, all’indomani dell’inchiesta do ut des come pure le dimissioni di Riga e Di Gregorio. Con l’istituzione dell’ispettorato urbanistico affidato a Trifuoggi si insisterà nell’attività di contrasto all’abusivismo già intrapresa dalla seconda commissione del Consiglio Comunale ambiente e territorio. Riteniamo indispensabile che questa nuova fase individui nel rispetto delle convenzioni urbanistiche, nella partecipazione dei cittadini alle scelte e nella trasparenza degli atti, le priorità imprescindibili dell’azione di ogni soggetto incaricato di gestire la macchina comunale. Siamo d’accordo con quanti in questi giorni affermano che indietro non si torna, pertanto auspichiamo che si avvii un percorso di riforma dell’ente per applicare misure radicali volte al miglioramento delle sue funzioni e per metterlo il più possibile al riparo ipotesi speculative o corruttive. La rotazione dei dirigenti, la centrale unica di committenza e l’ispettorato urbanistico affidato a Trifuoggi sono – concludono i tre esponenti di Rifondazione Comunista – un buon inizio per affrontare nel modo più utile e trasparente le difficili sfide che la città dovrà affrontare nel prossimo futuro”.