Roma. Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, Delegato Anci per gli “Affari del Personale e le Relazioni Sindacali”, ha partecipato questa mattina, a Roma, presso la sede dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, all’incontro di lavoro, indetto dal presidente Piero Fassino, per la discussione sui provvedimenti del Governo relativi alla nuova disciplina dell’imposizione immobiliare (Tasi e Imu) e le eventuali decisioni sui rapporti tra Anci, Governo e Parlamento.
Come evidenziato da Anci, in particolare, il sistema di imposte nella nova Tasi, a cui si aggiunge l’Imu sugli altri immobili con l’esclusione dell’abitazione principale, non garantirà ai Comuni di poter beneficiare delle medesime risorse di cui hanno disposto nel 2013. Una riduzione di gettito che incide su un quadro di finanza comunale, in particolare sul versante delle entrate, già fortemente colpito da tagli negli ultimi anni a cui i Comuni hanno fatto fronte nella stragrande maggioranza dei casi razionalizzando la spesa e cercando di garantire i servizi essenziali ai cittadini, consapevoli dell’importanza di contribuire al processo di risanamento e di contenimento della spesa pubblica nel suo complesso.
“È intollerabile che i sindaci siano stati costretti dal Governo a sopportare e a fronteggiare, da soli, il disagio sociale che aggredisce oggi i cittadini italiani – ha dichiarato il sindaco Di Primio – il Governo non può continuare a farsi propaganda, negando che vi sia un aumento della pressione fiscale quando, nella realtà, ha ridotto i Comuni alla funzione di esattori. L’ incertezza nel definire l’entità dei tributi locali, la confusione in merito all’imposta sulla casa, la mancanza di chiarezza sulla tassazione dei servizi da parte del Governo sta indebolendo il sistema sociale delle nostre città. Forse – ha rimarcato il sindaco – è arrivato il momento di assumere anche iniziative eclatanti, pur nel dovuto rispetto istituzionale, perché non è più tollerabile che i primi cittadini debbano rispondere politicamente e i cittadini debbano pagare economicamente per colpa della incapacità del Governo”.