Chieti, Pasquantonio e Tacconelli: ‘Il sindaco Di Primio ossessionato da Giustizia Sociale’

logo_giustizia_socialeChieti. “Dal copia e incolla dell’idea di Giustizia Sociale all’autofinanziamento del progetto passando, chiaramente, per l’ormai abituale autoesaltazione. Non si è proprio risparmiato il sindaco Di Primio e ce l’ha messa veramente tutta per centrare appieno l’ennesima figuraccia dinanzi alla cittadinanza, ormai abituata, o forse rassegnata, ai suoi scivoloni d’immagine”.  

Così in una nota i rappresentanti di Giustizia Sociale Angelo Pasquantonio (segretario provinciale) e Serena Tacconelli (responsabile giovanile), che aggiungono: “Non gli bastava aver  cercato di clonare il corso di formazione politica organizzato da Giustizia Sociale che tanto successo ha avuto nelle due edizioni, e non gli bastava neanche aver presentato in pompa magna la propria scuola di politica, provando ad esaltarla in maniera illusoria come una grande novità nel panorama politico cittadino: dagli organi di stampa si è addirittura appreso che il primo cittadino si sarebbe auto-deliberato la concessione del Patrocinio, l’uso del logo comunale ed un sostanzioso contributo di ben 1.000 euro dall’asfittico bilancio di quest’anno. Se l’aver copiato l’idea del corso di politica potrebbe trovare una propria giustificazione nel più bieco opportunismo politico finalizzato ad oscurare almeno in parte la meritoria opera di Giustizia Sociale portata al servizio della cittadinanza, e se il tentativo di esaltare sempre e comunque la propria immagine, anche presentando come proprio un progetto che in realtà ha soltanto preso da altri e poi rimodulato, trova origine probabilmente nell’ansia di arginare l’immagine politica sempre più in ascesa di Bruno Di Paolo, ritenendolo forse il più pericoloso antagonista per la futura corsa alla carica di sindaco di Chieti, non può invece trovare nessuna giustificazione dinanzi all’opinione pubblica l’auto-concessione di un contributo comunale, considerato il grave momento economico che attanaglia la città con sempre più numerose domande di aiuto che quotidianamente arrivano dagli indigenti in grave difficoltà. E non solo. Sono tante, tantissime e spesso pressanti le richieste che arrivano dai più vari strati sociali e dalle diverse istituzioni locali, soprattutto scolastiche, che non trovano risposte per la solita stucchevole frase che ormai è diventata un ritornello per questa amministrazione: ‘non si può intervenire perché non ci sono soldi nelle casse comunali’. La domanda, come si suol dire, sorge allora spontanea: se non ci sono soldi per queste esigenze di primaria importanza, come fanno a venire fuori dal cilindro gli euro necessari per iniziative che interessano il primo cittadino? La differenza salta inevitabilmente agli occhi: mentre Giustizia Sociale, mediante l’auto-tassazione dei propri iscritti, ha organizzato e condotto a termine due corsi in maniera totalmente gratuita per i partecipanti e senza chiedere alcun contributo esterno, anzi, offrendo gratuitamente tutto il materiale didattico, nel solco dello spirito di Giustizia Sociale che è quello di servizio per la cittadinanza, il sindaco ha avuto invece come obiettivo solo la passerella mediatica senza voler ricorrere a spese personali, ma facendo affidamento sul denaro dei cittadini. Del resto la qualità del servizio offerto da Giustizia Sociale nell’organizzazione del ‘Corso di base per futuri politici e amministratori pubblici’ è stata ampiamente riconosciuta dai cittadini attraverso un successo strepitoso che ha portato l’organizzazione a fermare le adesioni due settimane prima della chiusura prevista, dopo aver raggiunto in pochissimi giorni le duecento iscrizioni. Non ci è dato sapere se il corso organizzato dal sindaco può vantare i medesimi numeri e la medesima partecipazione, considerato che nessuna notizia né immagine è stata diffusa dall’amministrazione comunale, solitamente prodiga di diffusione e propaganda, alla minima opportunità, per le proprie inziative. A noi di Giustizia Sociale, però, questo poco importa. Noi andiamo avanti per la nostra strada e se il Sindaco è ossessionato dal nostro successo ed invidioso del nostro progetto, che tanto piace alla gente di Chieti,  è un problema soltanto suo. Quel che invece ci importa, non solo a noi di Giustizia Sociale ma a tutta la città, è che il sindaco diventi finalmente  consapevole del ruolo che ricopre, e che di qui in avanti rifletta bene su come spendere i soldi pubblici, agendo in maniera più oculata nell’interesse dei cittadini e della crescita di Chieti. L’immagine della nostra città ha bisogno di ben altro che delle solite cadute di stile del sindaco Di Primio”.

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