Pizzoferrato. Usi civici, un salasso all’orizzonte per centinaia di migliaia di abruzzesi.
A lanciare l’allarme è il sindaco di Pizzoferrato, Palmerino Fagnilli, che ha inviato una lettera al sottosegretario Giovanni Legnini, ai deputati e senatori abruzzesi e al presidente della Regione, Gianni Chiodi. “Invito tutti i sindaci a mobilitarsi” dichiara Fagnilli “perché ci ritroveremo presto di fronte a un problema di notevole entità”.
A seguito dell’applicazione dell’articolo 10 del Decreto legislativo 23 del 14 marzo 2011 (Disposizioni in materia di federalismo fiscale), infatti, tutte le esenzioni e le agevolazioni tributarie riguardanti i terreni e altri immobili gravati da uso civico saranno abolite dal primo gennaio 2014. “Le esenzioni” spiega il primo cittadino “sono attualmente utilizzate da Comuni, partecipate e associazioni o enti, che gestiscono proprietà collettive e demani di uso civico, per il miglioramento e la sistemazione del patrimonio. Dall’inizio del prossimo anno, a seguito delle modifiche legislative apportate, gli atti, le ordinanze di legittimazione, di alienazione, classificazione e sembra di affrancazione, saranno tassati al 9% del valore dell’immobile, con un’imposta comunque non inferiore a mille euro. Questo vorrà dire che i cittadini saranno stangati. La soluzione? L’abrogazione dell’articolo 10 del Decreto legislativo: bisogna che tutti facciano pressioni in questo senso, anche perché per lo Stato, queste, sarebbero in assoluto nuove entrate. L’abrogazione si rende necessaria in quanto va nella direzione di agevolare i privati cittadini a regolarizzare gli immobili gravati da uso civico con la stipula degli atti di alienazione, legittimazione e affrancazione, anche in considerazione della crisi economica che le famiglie attraversano, nonché della conflittualità della norma con i fini istituzionali degli enti pubblici, ovvero con il fine di conservare integro e quantitativamente e qualitativamente migliorativo il patrimonio da trasmettere alle future generazioni di utenti di usi civici. La proposta di reintroduzione della vecchia norma si ispira a criteri di equità oltre che ad un riordino dell’intera materia. L’Abruzzo ha una superficie territoriale pari a circa 1.350.000,00 ettari, di cui il 35/40% è interessato dalla materia di uso civico, nello specifico attiene nell’interesse di circa 400.000/450.000 abruzzesi”.