Pescara. Dopo la mobilitazione di questa mattina, gli studenti medi ed universitari hanno presidiato “un luogo simbolo dell’incuria delle istituzioni nei confronti della nostra situazione di studenti: lo scheletro della Casa dello Studente pescarese, mai completata. Una tematica, quella degli alloggi a prezzi popolari, non sentita solamente da noi studenti, ma che si intreccia anche a quanto messo in luce dalle mobilitazioni romane del 19 e del 31 ottobre, e dalla rinascita del fenomeno delle occupazioni di stabili in tutta la penisola: un tema centrale in un paese in cui aumentano gli sfratti, ma ci sono più di 4 milioni di edifici inutilizzati”.
Lo hanno dichiarato i membri del Collettivo Studentesco Alternativa Ribelle Pescara, ricordando che “mentre quelli in alto, i nostri politici, ministri, governanti, fautori di governi tecnici e di governi delle larghe intese, pidiellini e piddini, dibattono dei guai giudiziari di Berlusconi e dell’ascesa di Renzi, la crisi continua a colpire le famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese. Mentre quelli in alto, le istituzioni europee, la Banca Centrale, il Fondo Monetario Internazionale, le agenzie di rating, continuano a imporre manovre lacrime e sangue agitando lo spettro dello spread e delle reazioni dei mercati, le ragioni di quelli in basso, di quelli che scendono in piazza a protestare contro la distruzione del Paese e delle loro esistenze, vengono ignorate dai media, sempre pronti d’altronde a mandare a reti unificate i filmati degli ultimi scontri, gridando al terrorismo. Come studenti viviamo doppiamente la crisi di questi anni. Figli di precari e cassintegrati, destinati noi stessi a un futuro di precarietà, viviamo ogni giorno sulla nostra pelle l’incuria e il disprezzo di quelli in alto per l’istruzione. Non solo scuole cadenti, tagli al personale scolastico e alle risorse destinate alla didattica, non solo continuo peggioramento della qualità dell’istruzione, ma anche insormontabili ostacoli materiali che ci impediscono, sempre più, di accedere persino a quel che rimane di un tale servizio pubblico. I numeri parlano da soli: a costi per i libri di testo per le scuole medie inferiori e superiori che si aggirano intorno alle diverse centinaia di euro si aggiunge proprio da quest’anno il dimezzamento da parte della regione Abruzzo dei fondi per la fornitura gratuita e semigratuita dei libri alle famiglie meno abbienti: da 2.172.899 € a 1.003.083 €. Le università stanno divenendo ormai un luogo di studio privilegiato per pochi, con tasse elevatissime e costi improponibili di affitto per gli studenti fuorisede. A ciò si aggiungono i tagli ai fondi per il diritto allo studio, in Abruzzo quest’anno solo 43 studenti su 100 aventi diritto percepiranno una borsa di studio, una delle percentuali più basse in Italia. Non ci è concesso nemmeno di studiare per raggiungere il nostro futuro fatto di incertezza e disoccupazione. Chiediamo investimenti sull’istruzione. E più ancora di quelli, chiediamo che l’istruzione inizi a venire considerata come una risorsa dai governi, e non solo come un peso inutile e senza senso. E chiediamo – concludono – ancora che quello allo studio diventi un diritto non solo formale, ma concretamente alla portata di tutti”.