Chieti. Il centrosinistra comunale di Chieti esprime le proprie preoccupazioni sul futuro della Biblioteca provinciale De Meis per la quale, dopo una Delibera provinciale dello scorso 16 ottobre, si paventa un eventuale trasferimento fuori dai confini comunali teatini. La Biblioteca ha subìto un crollo nel giugno del 2005 e ancora adesso è inagibile.
“A otto anni dal crollo – ha detto il consigliere del Pd nonché vicepresidente del Consiglio Comunale di Chieti, Alessandro Marzoli – la Biblioteca De Meis è rimasta così com’era ed oggi ci ritroviamo senza una Biblioteca. Con una Delibera provinciale del 16 ottobre si paventa di portare il patrimonio culturale fuori dalla città e questo non lo permetteremo. La questione è molto semplice e grave al tempo stesso. Si sono susseguite due amministrazioni provinciali. Ho rivisitato tutte le uscite degli amministratori della Provincia sullo stanziamento di fondi, ecc. ma non è stato fatto niente. Se un solo libro dovesse essere portato fuori dalla città di Chieti, sarà guerra. Noi chiediamo un minimo di coraggio a chi deve decidere”.
“Da ex assessore provinciale – ha aggiunto il consigliere comunale di Fli, Silvio Tavoletta – sono preoccupato perché ad esempio a Lanciano ci sono dei Palazzi di lustro. Il vero nemico non è la politica ma la mancanza di attaccamento a questa città. Questa dovrebbe essere la città della cultura e stiamo perdendo il fulcro culturale provinciale. Lancio un appello all’Università e alla Regione affinché si inizi a ragionare in modo diverso rispetto a come si fa oggi. Man mano che il tempo passa l’amore per questa città sta finendo. La Biblioteca dal Theate Center va tolta ma deve rimanere a Chieti”.
“Sono grato ai consiglieri del Pd che stanno evidenziando il problema – ha affermato Giovanni Di Paolo – da cittadino chiedo che il bene storico e culturale della città rimanga. Vedo in molti cittadini rassegnazione e questo non deve accadere. Chieti non è Fontamara. Mi fa piacere che ci sia una forza politica che intende fare opposizione. Vogliamo rivedere l’input alla considerazione culturale per questa città”.
Per il capogruppo di Fli in Consiglio Comunale, Alessandro Carbone, questo è “l’ennesimo riscontro di una classe politica completamente assente, tutta facente parte della filiera di centrodestra”.
“Le questioni che riguardano la cultura a Chieti – ha rimarcato Filippo Di Giovanni del Pd – passano da questa amministrazione sempre in secondo piano. Forse questa amministrazione cerca di tenere in piedi ciò che rimane del centrodestra. C’è disinteresse a fare dell’Università un centro culturale. Si potrebbe creare un modo per attrarre gli studenti nella parte alta della città, invece c’è una miopia con la quale il flusso si sposta nel pescarese. La Biblioteca De Meis è patrimonio del centro storico”.
Così il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio: “A differenza dei populisti commedianti del sabato, chi come il sottoscritto ha la responsabilità di dare risposte, non facendo sceneggiate, ha da tempo sotto monitoraggio la situazione della Biblioteca De Meis. In merito alle odierne dichiarazioni degli esponenti locali del centrosinistra, sul paventato trasferimento della sede della biblioteca provinciale, viene da chiedersi infatti: i compagni del Pd che fine hanno fatto fare ai 3 milioni di euro (del I lotto) stanziati dall’allora amministrazione provinciale di centro destra, guidata da Mauro Febbo, destinati alla riqualificazione della stessa struttura prima del suo crollo? Perché Marzoli e compagni non hanno mostrato altrettanta indignazione quando il Presidente della Provincia Coletti, targato Pd, il suo Consigliere Provinciale nonché allora Sindaco di centrosinistra, Francesco Ricci, decisero, insieme, di trasferire la sede della De Meis in un immobile di proprietà della famiglia di un assessore della giunta Ricci? Perché i compagni del Pd non ebbero nulla da obiettare e non vi furono levate di scudi quando vennero affittati questi nuovi locali della biblioteca in un capannone del Teate Center alla ‘modica’ cifra di 130.000,00 euro l’anno, cui si aggiunse una ulteriore cospicua somma per l’adeguamento degli stessi? Perché la commissione sui cosiddetti contenitori vuoti cittadini, voluta dall’allora senatore Legnini, non individuò una sede idonea per la biblioteca dovendo quindi ricorrere all’onerosa soluzione poi individuata al Theate Center? Alessandro Marzoli, Giovanni Di Paolo e gli altri che allora c’erano farebbero bene a tacere. Già da tempo la mia amministrazione è in contatto con la Provincia al fine di individuare una possibile soluzione per ubicare in locali più idonei la Biblioteca provinciale. Nonostante la riforma del sistema bibliotecario, nonostante la biblioteca sia di proprietà provinciale ed alla luce delle difficoltà economiche di quest’ultimo Ente, sul quale pende anche l’incertezza del suo futuro assetto in ragione della riforma/abolizione delle Province, ho consegnato da tempo e rinnovato ancora ieri sera al Presidente della Provincia Di Giuseppantonio la mia totale disponibilità ad individuare soluzioni che conservino nella nostra città la presenza della De Meis. Ricordo come, da ultimo, lo scorso 3 luglio ho inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero della Difesa la richiesta di concessione della Caserma Bucciante, ex Ospedale Militare, per ospitarvi i locali della Procura ma anche gli spazi da destinare alla Biblioteca provinciale. È una delle soluzioni, ma oltre a questa vi sono altre possibilità che stiamo valutando con i tecnici ovvero il possibile utilizzo di strutture di proprietà comunali. Nel corso di una conviviale cui ho partecipato ieri sera, inoltre, organizzata dai presidenti dei Rotary Club di Chieti, Gino Pala e Adriano Luciano Paolini, in occasione della visita in città del Governatore Rotary del distretto 2090, ho raccolto la disponibilità e l’appassionata attenzione di molti dei partecipanti ed in particolare di alcuni imprenditori, esponenti del mondo culturale e professionisti, per trovare tutti insieme una soluzione che non sia solo la sistemazione in nuovi locali della Biblioteca De Meis ma l’inserimento della stessa in un più vasto progetto di respiro culturale che vada ad affiancarsi all’offerta della storica biblioteca. Nei prossimi giorni mi incontrerò con Teresio Cocco, imprenditore sempre attento alle vicende della nostra città e pronto ad offrire la propria disponibilità per trovare idonee soluzioni e con il professore Ezio Burri, già interessatosi della vicenda della biblioteca, per disegnare le eventuali proposte alternative che dovessero rendersi necessarie laddove la Provincia dovesse coltivare l’infausta idea di privare la città di Chieti di un filamento del proprio Dna culturale rappresentato dalla Biblioteca provinciale De Meis”.
“La Biblioteca provinciale De Meis resterà a Chieti. Punto. Assolutamente infondata e probabilmente alimentata dai soliti personaggi in cerca d’autore che intendono strumentalizzare e, ancor di più, stravolgere lo stato delle cose – ha affermato il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio – ma resto sorpreso anche del fatto che qualcuno stia dando peso e credibilità a pure fantasie. E’ evidente che qualcuno sta provando a strumentalizzare i contenuti della Delibera di Giunta provinciale con la quale stiamo procedendo a una riorganizzazione logistica delle sedi degli uffici dell’Ente. In questa Delibera si propone di individuare, per la De Meis, ‘una sede che possa corrispondere alle relative esigenze e che sia riconducibile al patrimonio immobiliare di proprietà pubblica in Chieti, o in ambito provinciale’: tale precisazione risulta tecnicamente indispensabile poiché per via del dissesto guidato vi è l’obbligo di dismettere gli affitti passivi e di trovare soluzioni nell’ambito del patrimonio pubblico, ma è evidente che per la De Meis l’unica sede è nel centro città di Chieti. Certo vi è l’annoso problema della ricostruzione dell’edificio che la ospitava per il quale la Provincia non è inerme e presso i nostri uffici sono in corso le fasi conclusive dell’iter per appaltare i lavori di ripristino di una parte della struttura. E’ chiaro che i pochi fondi che la Provincia può stanziare a causa dell’elevato indebitamento non sono sufficienti: c’è bisogno di somme cospicue che possono essere recuperate solo dai fondi Fas in via di definizione. Ecco perché prossimi giorni scriverò al presidente Gianni Chiodi, agli assessori e consiglieri regionali della nostra provincia per sollecitare la destinazione di parte dei fondi Fas per la cultura al completamento delle opere per ricostruire la De Meis. In extrema ratio la soluzione potrebbe essere l’individuazione di una nuova sede sempre nel centro di Chieti, come potrebbe essere ad esempio l’ex ospedale militare che comunque richiederebbe investimenti per l’adeguamento e la sistemazione. E’ il momento dei fatti, non delle chiacchiere da bar: fatti che per il momento sono stati assicurati soltanto dal senatore Fabrizio Di Stefano, grazie al quale abbiamo ottenuto una parte del finanziamento per avviare la ricostruzione. Ogni città della provincia ha le sue prerogative, le sue peculiarità e le sue eccellenze: il binomio De Meis – Chieti è inscindibile e di certo non sarò io con la mia Amministrazione a romperlo: proprio io che da mesi lancio battaglie anche a titolo personale per preservare la storia, il prestigio e il ruolo del Capoluogo e per lottare contro il ‘saccheggio’ di istituzioni e uffici storici perpetrato ai suoi danni. Non può sfuggire a nessun chietino l’impegno che ho profuso per difendere il ruolo del capoluogo quando si paventava un accorpamento con la Provincia di Pescara. E’ profondamente ingiusto e scorretto, quindi, accusare la mia Amministrazione di presunte decisioni che ritengo profondamente irrispettose nei confronti di Chieti e dei suoi cittadini. Colgo l’occasione – conclude il presidente Di Giuseppantonio – per lanciare un appello a tutti gli Enti e le Istituzioni che abbiamo coinvolto da tempo, quali la Regione Abruzzo, il Comune di Chieti, la Camera di Commercio, la Fondazione Cassa di Risparmio della provincia di Chieti e le associazioni cittadine, affinché si individui di concerto e nel più breve tempo una soluzione definitiva che riporti nel cuore della città un’istituzione d’eccellenza che questa amministrazione, pur con tutte le enormi difficoltà del momento, intende tutelare e valorizzare”.
Francesco Rapino