“Le risorse sono limitate – ha rimarcato l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Chieti, Antonio Viola – ma io mi sento costantemente di fare qualcosa per il lavoro e per i giovani perché mi rendo conto che la situazione peggiora sempre di più. Ovviamente non aspettiamo che tutto crolli, ma si cerca di fare qualcosa. Stiamo cercando di promuovere prestiti con tassi agevolati, in questo la Confartigianato ci ha dato una mano. Vogliamo aiutare i giovani nei limiti delle nostre possibilità. Questo progetto si pone come obiettivo di fare formazione a 360° per divulgare questi nuovi sistemi metodologici europei. La formazione è rivolta alle scuole, alle aziende e ai dipendenti delle istituzioni. Noi abbiamo degli obiettivi che vanno su questi nuovi metodi con l’internazionalizzazione delle imprese e dell’innovazione tecnologica. Le azioni che portiamo avanti sono tutte indirizzate in questo senso. L’amministrazione comunale si impegna nella sua interezza in questo progetto. Nel prossimo anno entreremo nel nuovo settennato, 2014-2020, quindi è importante quello che l’Europa chiede e questo è fondamentale per aiutare le imprese”.
I principi fondanti del percorso sono quelli dell’Economia dello Sviluppo formulati per intervenire in modo corretto sull’economia reale. Il progetto intrapreso dal Comune di Chieti, è stato avviato con la collaborazione dell’associazione Rimet (Ricerca Metodologica Applicata in Programmazione Economica e Progettualità).
“In maniera spontanea – ha detto Alberto Savastano della Rimet – si è creata una convergenza di opinioni e di vedute con il Comune, nello specifico con l’assessore Viola. Con il Comune di Chieti già avevamo avuto una collaborazione intorno al 2002, allora come sindaco c’era Cucullo, ed il progetto andò molto bene. Nel 1947, nell’immediato dopoguerra, nei bar dei paesi c’era uno scontro di opinioni tra comunisti e fascisti. In quell’anno l’Italia ha rinunciato alla pianificazione economica per motivi politici (cosa invece a cui avevano aderito Paesi come Olanda, Inghilterra e Francia). L’Italia, rinunciando alla pianificazione economica, rinunciò alla pianificazione dello sviluppo. Nel ’47 l’Italia rinunciò a questa cultura e non abbiamo saputo prima se questi progetti erano reditivi. Poi, con il passare del tempo, l’Italia ha ereditato dagli Stati Uniti la moda dell’aziendalismo con i bilanci e via dicendo, però senza creare il progetto, è il progetto che fa andare avanti l’impresa. È stato privilegiato l’aziendalismo, il lucro, invece di privilegiare la progettualità con lo sviluppo. Oggi questo si è tradotto in immobilismo. Questo progetto vuole riprendere le fila della razionalizzazione e coinvolgere tutti gli operatori del Comune di Chieti. Questo è il progetto che faremo a 360°. Noi faremo degli incontri con tutti gli attori dello sviluppo, porteremo loro questo messaggio e vedremo se potremo operare sulla redditività con il valore aggiunto della progettazione. Le risorse finanziarie sono state bruciate, in tutto questo c’è l moltiplicazione dell’indebitamento. È stata costituita un’associazione temporale di scopo che opera autonomamente, in questo modo si alleggerisce il compito del Comune di Chieti. Queste sono iniziative coraggiose, è difficile che un politico trovi il coraggio di prendersi la responsabilità di quello che ha detto”.
Francesco Rapino