Chieti. Il capogruppo di Chieti per Chieti nel Consiglio Comunale teatino, Luigi Febo, questa mattina ha criticato l’amministrazione comunale per il ritardo nella ristrutturazione di Palazzo d’Achille, sede comunale inattiva dal 2009 a causa dei danni del sisma. Per i lavori alla struttura, erano stati stanziati 3,2 milioni di euro.
“Denuncio per l’ennesima volta l’inerzia di questa amministrazione – ha affermato il consigliere Febo – ho saputo che la Banca d’Italia non ha riscosso l’affitto da parte del Comune. Noi siamo lì dal 2009, nel 2010 Palazzo d’Achille è stato inserito nel Piano delle Opere Pubbliche, tra le Grandi Opere. Da allora questo Palazzo ha visto una serie di vicissitudini delle quali non se ne vede la luce con una serie di aggravi fiscali per i cittadini. Il sindaco oggi dice che pagare l’affitto è gravoso (circa 1500 euro), su questo sono d’accordo, ma supportare le spese per una nuova sala del Consiglio Comunale se ne poteva fare a meno continuando a fare in Consigli Comunali in Provincia. Questa nuova sala è uno sperpero. Nel 2011 vengono stornati i fondi dell’assicurazione, che vanno destinati per altri lavori, e si accende un mutuo per i lavori a Palazzo d’Achille. Nel 2012 si storna il mutuo per altri lavori ed i lavori per questo Palazzo finiscono nel Pisu. Intanto nel 2011 il Comune avvia la procedura per il progetto di ristrutturazione e nel 2012 non ha ancora la procedura di gara. Questo dimostra l’inerzia dell’amministrazione che a fronte di una struttura importante per l’Ente e per il centro storico la lasciano all’abbandono totale e si occupa di altre cose che non portano agevolazioni alla cittadinanza. È stato annullato il bando di gara per i lavori in piazza San Giustino per dare spazio ai lavori al Tribunale e al Comune, per oggi non parte né uno né l’altro. Non è possibile – conclude Febo – che ci sia questa disorganizzazione e questa mancanza di visione nei confronti di Palazzo d’Achille. Dopo tre anni siamo fermi e con dei costi per il Comune di Chieti e questo poteva essere evitato. Non ho assistito nemmeno ad un intervento da parte dell’amministrazione su questa struttura. Oggi la città non ha né la piazza né il Tribunale né il Comune, questo dimostra tutta l’incompetenza e l’incapacità di gestire la cosa pubblica”.
Francesco Rapino