Chieti. 122 richieste, convenzioni con i Tribunali di Chieti, Lanciano e Vasto, 4 mila 483 giorni di prestazioni lavorative, pari a 8mila 966 ore, accolte anche domande di non residenti e di dieci donne: sono questi alcuni dei risultati più significativi emersi nel corso di un incontro sul progetto riservato ai Lavoratori di Pubblica Utilità, avviato nel 2011 dalla Provincia di Chieti, alla presenza del presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, il consigliere provinciale Paolo Sisti e i funzionari responsabili degli uffici competenti.
Il progetto prevede la possibilità, per i condannati per guida in stato di ebbrezza che si trovano nella situazione di poterne beneficiare, di svolgere un’attività lavorativa non retribuita presso gli uffici dell’Ente: un’occasione di riflessione e di rieducazione. I Lavoratori di Pubblica Utilità sono inseriti in diversi contesti lavorativi, anche in considerazione dell’età, della condizione fisica, delle effettive possibilità di svolgere le mansioni richieste. Costituiscono un valido supporto per le squadre impegnate nei servizi relativi a viabilità, manutenzione immobili, organizzazione di manifestazioni pubbliche, promozione turistica e culturale, progetti di promozione di politiche sociali e di tutela ambientale, archivio, gestione della posta e del protocollo.
“E’ un impegno delle Istituzioni trovare gli strumenti concreti per individuare percorsi di effettivo recupero sociale – afferma il presidente Di Giuseppantonio – con questa azione abbiamo dimostrato efficacia ed efficienza grazie a una proficua collaborazione tra Enti pubblici e Tribunali a beneficio esclusivo dei cittadini”.
“I vantaggi del Lavoro di Pubblica Utilità – sottolinea dal canto suo il consigliere Sisti – sono molteplici: da una parte il condannato potrà usufruire di circostanze premiali quali l’estinzione del reato, la revoca della confisca dell’autovettura ed il dimezzamento del periodo di sospensione della patente; dall’altra l’Ente potrà utilizzarli gratuitamente per portare avanti tutte quelle attività che riterrà opportune, così come prevede l’articolo 1 del Decreto Ministeriale 26 marzo 2011”.