Chieti. “Mi ospiti un po’ da te?“. E’ questo il titolo del convegno in programma mercoledì alle 18 nel Teatro Marrucino di Chieti.
L’iniziativa, che vede protagonista il tema dell’affido famigliare, è stata promossa dall’Assessorato alle Politiche Sociali, dall’associazione “Affid@ati”, presieduta da Franco Silvestri, e dall’Ufficio della Pastorale della Famiglia dell’Arcidiocesi Chieti-Vasto, coordinato da don Sabatino Fiorilli. All’incontro interverranno monsignor Bruno Forte, il sindaco Umberto Di Primio e le famiglie affidatarie che racconteranno le loro concrete esperienze di genitori che hanno accolto in casa minori provenienti da nuclei con problematicità varie e bisognosi di sostegno. Seguirà un concerto del maestro Amedeo Minghi.
“L’appuntamento” ha dichiarato l’assessore Emiliana De Matteo “mira a far conoscere l’istituto dell’affido, ovvero la natura dell’accoglienza temporanea nel proprio nucleo di un minore temporaneamente allontanato dalla sua famiglia d’origine nei casi in cui il suo ambiente familiare non si dimostri idoneo a un’equilibrata crescita psico-fisica così come previsto dalla L. 184 dell’11 maggio 1983. In questo momento particolare, in cui si guarda con crescente attenzione alla sfera del diritto minorile, per individuare con maggiore chiarezza quale sia il modo più adeguato per tutelare i minori, l’affido può risultare uno strumento prezioso. Infatti consente di prevenire situazioni di disagio e di maltrattamento, assolvendo efficacemente ad una duplice funzione: tutelare lo sviluppo del minore, evitando condizioni che possano essere poi fonte di grave disadattamento sociale, e contemporaneamente, favorire un progetto più ampio e articolato del recupero della famiglia d’origine. L’affido, ponendosi come alternativa alla permanenza presso una comunità di accoglienza, non mette in discussione l’ appartenenza del minore alla sua famiglia d’origine, anzi la tutela, offrendo al bambino l’occasione, per un periodo di tempo limitato (la legge parla di massimo due anni), di fare esperienza di crescita in un’ altra famiglia. Appartenere, anche se temporaneamente, ad un’altra famiglia è per un bambino una condizione indispensabile per costruire una consapevolezza di sé e strutturare fondamentali legami affettivi e relazionali, basi per una buona crescita ed autonomia. Le modalità di tutela della continuità degli affetti vanno programmate e concordate nell’ambito di un progetto di affido fra tutti gli interessati: operatori, genitori, famiglia affidataria. Il progetto, quindi, viene stilato dagli operatori dell’equipe Affido con la supervisione ed autorizzazione delle autorità giudiziarie competenti, quali il Tribunale per i Minorenni ed il giudice tutelare. Non mi soffermo sulle modalità specifiche di un progetto affido; rimando questo approfondimento al primo incontro che terranno gli operatori dell’Equipe Affido del Comune di Chieti, ovvero l’Assistenza sociale Marina Di Iorio e la psicologa del Consultorio ASL di Chieti, Annamaria Galassi, il 14 febbraio alle ore 17.00 presso la sede del Palazzo De Pasquale, in via Vicoli, 14. Il Comune di Chieti ha da sempre sostenuto e potenziato l’affidamento familiare sin dal 1995 attivando le disposizioni della legge regionale n. 95 del 1995 con un progetto pilota per la promozione di tale istituto giuridico con la strutturazione di corsi per le famiglie, attraverso la sensibilizzazione nelle scuole, ecc. Percorso che nel 1996 ha favorito la costituzione dell’Associazione per le famiglie affidatarie denominata ‘Associazione gruppo famiglie per l’affido’. Attualmente l’Assessorato alle Politiche Sociali è impegnato anche a livello nazionale con l’adesione, avvenuta nel 2011, al ‘Coordinamento Nazionale Servizi Affidi’ per avere ulteriori occasioni di confronto a livello nazionale sulla tematica in oggetto. Nell’ultimo anno, da quando è nata l’associazione ‘Affid@ti’ sono stati realizzati ben ei affidi, attualmente in corso con diverse tipologie in relazione ai particolari bisogni di ciascun bambino”.