Riordino Province, una rappresentanza teatina manifesta a Roma

manifestazione_roma_difesa_chieti_provinciaRoma. Circa 220 persone, tra cui un centinaio da Chieti e il sindaco di Crecchio, hanno fatto un presidio di protesta a Roma in piazza del Phanteon nei pressi di Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, per protestare contro la decisione del Governo di tagliare le province di Chieti, Frosinone e Avellino, che secondo i protestanti hanno tutti i requisiti per rimanere Provincia autonomamente e, nonostante questo, rischiano di perdere la titolarità della provincia a causa del comma 4 bis che, in caso di accorpamento rispettivamente con le Province rispettivamente di Pescara (Chieti), Latina (Frosinone) e Benevento (Latina), assegnerebbe ai Comuni più popolosi (Pescara, Benevento e Latina), lo status di capoluogo.

Alla manifestazione erano presenti 100 cittadini di Chieti e alcuni rappresentanti politici, tra cui il sindaco teatino Umberto Di Primio, il presidente del Consiglio Comunale Marcello Michetti e il consigliere di opposizione Luigi Febo; 100 di Frosinone tra cui una nutrita rappresentanza di sindaci e di Vigili Urbani con i gonfaloni dei vari Comuni e una ventina di persone provenienti da Avellino in rappresentanza del Comitato “Avellino Capoluogo”. I cori di protesta della manifestazione congiunta sono durati per circa un’ora e mezza anche sotto una pioggia battente e una forte grandinata durata per alcuni minuti, che ha costretto i manifestanti a ripararsi sotto il colonnato del Phanteon.

Attimi di tensione quando l’assembramento di persone, avanzando dal Phanteon verso Palazzo Madama, è stato fermato dalla Digos e da un reparto della celere di Roma, che ha ordinato di tornare indietro sui propri passi; alcuni manifestanti hanno tentato ugualmente di portare gli striscioni oltre il cordone della polizia e si è temuta la rissa. Una delegazione dei tre Comuni è stata ricevuta in serata dai senatori che hanno espresso la volontà dei parlamentari di tentare di affossare il decreto sul riordino delle Province tramite una manovra ostruzionistica (sollevare vizi sulla costituzionalità, ordini del giorno ed emendamenti vari).

“La richiesta degli amministratori ai senatori è quella di vedere ‘affossato’ il decreto di riordino delle Province ritenuto da tutti ingiusto e lesivo dei diritti dei cittadini – è il commento del sindaco Umberto Di Primio – e soprattutto preludio ad una revisione della presenza degli uffici periferici dello Stato che non potrà che concludersi con un ridimensionamento del personale. Si è inoltre discusso degli emendamenti presentati in Commissione Affari Costituzionali e in particolare di quello sottoscritto dal senatore Di Stefano che vorrebbe, in caso di conversione del decreto, che l’efficacia della legge sia data da un referendum confermativo. L’auspicio è che tutti i gruppi politici, i prossimi 11 e 12 dicembre, quando l’aula del Senato sarà chiamata a discutere la legge di conversione, prestino la dovuta attenzione per i territori e votino contro anche nel caso in cui il Governo mettesse la fiducia”.

“Sono molto soddisfatto dell’esito del sit-in svoltosi nel pomeriggio di ieri a Roma – ha aggiunto il presidente del Consiglio Comunale di Chieti, Marcello Michetti – l’iniziativa, nonostante le inclementi condizioni climatiche, ha, infatti, confermato l’impegno di tutta la collettività a lottare tenacemente per la difesa della nostra Provincia contro il DL 95/2012 sul Riordino delle Province. La nostra delegazione, composta da un centinaio di cittadini, era capeggiata dal sindaco Umberto Di Primio che è stato ricevuto, all’interno di Palazzo Madama, dai Capigruppo al Senato che si sono dimostrati particolarmente sensibili e pronti a sostenere la bontà delle ragioni portate avanti da Chieti, Frosinone ed Avellino, Comuni che, pur avendo tutti i requisiti previsti dalla legge, rischiano di perdere lo status di capoluogo di Provincia. La protesta continuerà nei prossimi giorni con ulteriori iniziative con l’auspicio che venga presa seriamente in considerazione una rimodulazione del provvedimento”.

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