L’Aquila. Massimo Cialente pronto a tornare in piazza per difendere i diritti della città terremotata. Lo ha dichiarato a chiare lettere oggi, nel corso dell’assemblea cittadina convocata per discutere l’importante questione relativa alla restituzione delle tasse da parte dei terremotati.
“In questo momento” ha detto il primo cittadino “la situazione aquilana è estremamente difficile. Pochi come me, hanno il polso reale della situazione, della disperazione. Abbiamo davvero tirato la corda. Dal 31 di agosto sino agli ultimi decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri della scorsa settimana, noi siamo sospesi. Sono tre mesi che non abbiamo nulla per pagare il contributo di autonoma sistemazione e a questo si associa una crisi industriale pesantissima. La ricostruzione deve assolutamente partire, come unico momento capace di smuovere l’economia”.
In tutto questo, aggiunge il sindaco aquilano, si inserisce quello che definisce “un qualcosa di allucinante”. Il riferimento è alla legge 183, che stabilisce la restituzione delle tasse al 40 per cento. “Una legge” dice ancora Cialente “per la quale abbiamo preso le botte, per la quale alcuni aquilani sono ora sotto processo. E ore che fanno? Ci chiedono di restituire il 100 per cento di questi contributi. Una cosa inaccettabile perché avviene solo sul cratere dell’Aquila: siamo, ormai, all’accanimento. Dobbiamo decidere, ora, il da farsi”.
Da qui, le proposte. “Una manifestazione davanti alla sede dell’Inps, come segnale forte, che ci veda tutti uniti e che arrivi a Roma; la creazione di un gruppo di avvocati perché, sono sicuro, possiamo impugnare questa circolare vergognosa; un incontro col Presidente del Consiglio Monti o col Sottosegretario, insieme ad esperti che abbiano chiara la situazione; infine, se nessuno continua a capirci, vi chiedo di tornare a Roma a manifestare contro il pagamento di questi contributi, che distruggerebbe un territorio dove nulla è ripartito”.